La lezione di Molesini sul romanzo

Un modo di raccontare la storia attraverso le caratteristiche dei personaggi, la descrizione dei luoghi e, soprattutto, affascinando il lettore riga dopo riga. Questo e molto altro ancora è il romanzo “Non tutti i bastardi sono di Vienna” di Andrea Molesini. L’autore vincitore del Premio Campiello 2011 è stato ospite ieri della libreria Ubik di corso Verdi a Gorizia. Nel parlare del suo libro ha spiegato come si scrive una storia e quali sono gli ingredienti che ne determinano l’interesse. Il suo romanzo narra della vicenda di Villa Spada, a Refrontolo (paese vicino a Conegliano) dove nel 1917 si insedia un comando di tedeschi dell’esercito Austro-ungarico. Siamo nell’ultimo periodo della Prima guerra mondiale, in una zona a ridosso della linea del Piave, il fronte. Un periodo della Grande guerra poco o per nulla esplorato dalla storiografia men che meno nella nostre zone dove, per motivi diversi alcuni dei quali facilmente intuibili, sembra quasi che la Prima guerra mondiale sia finita con la sconfitta dell’Italia a Caporetto. Molesini ha parlato per un paio d’ore che sono volate grazie al suo eloquio sicuro e avvolgente. Ha definito il suo romanzo una contraddizione, un ossimoro, a cominciare dall’intreccio nelle pagine di tragedia e commedia. Molto incisivi i personaggi, a cominciare dalla voce narrante, Paolo, adolescente alla scoperta della vita quando accadono gli avvenimenti riportati nel libro.
Davvero un appuntamento interessante quello alla Ubik capace di portare a Gorizia uno dei big dell’editoria nazionale. Forte di quell’umorismo e di quell’autoironia che sono sconosciuti a tanti pseudo-intellettuali.
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