La mensa del campus sforna 1187 pasti al dì Uno sbocco per Gorizia

Nella scelta di un’università la qualità e la frequenza dei servizi per gli studenti è un elemento determinante, soprattutto per gli iscritti fuorisede. Mense, case dello studente, trasporti, sanità e naturalmente borse di studio sono i parametri di riferimento per valutare non solo la qualità della didattica, ma la qualità di vita in generale degli studenti universitari. Partiamo allora da una ricognizione della situazione delle mense, che per gli universitari che vivono a Trieste è piuttosto variegata. Va discretamente bene agli studenti che afferiscono al Campus di Piazzale Europa, che possono usufruire della mensa centrale, una macchina ben oliata che sforna una media giornaliera di 1187 pasti, coprendo sia la fascia del pranzo sia la cena. Con la gestione di Sodexo Italia, subentrata a Dussmann nel settembre 2016 in un appalto del valore stimato di circa 13 milioni 262 mila euro, la situazione, dicono gli studenti, è migliorata.
«Il servizio è discreto, a parte qualche problema con la freschezza e stagionalità dei prodotti - dice Nicola Stampone, coordinatore delle Case dello Studente e al terzo anno di economia e commercio, che insieme a Simone Serra, rappresentante degli studenti in Ardiss per Studenti in Movimento, tiene monitorata la situazione mense -. Su tre display posti all’ingresso della mensa vengono visualizzati i menù disponibili e per chi soffre di intolleranze alimentari c’è la possibilità di controllare gli ingredienti di ogni piatto». Di recente è stata anche introdotta l’opportunità di consultare il menù e prenotare una dieta speciale tramite l’apposito portale online di Sodexo. I prezzi per gli studenti variano in base all’Isee da 2,70 euro a 4,70 euro per un pasto completo, ma possono usufruire della mensa anche gli utenti esterni, con costi da 6,24 a 8,49 euro. A Trieste va meno bene invece a chi studia nelle altre sedi universitarie sparse per il centro cittadino: sono attive tre convenzioni con i ristoranti Rosso Pomodoro, Spiller e Ciò Là Emporio del Gusto, ma valgono soltanto per il pranzo. Perciò gli studenti fuori sede del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche (Via dell’Università), del Dipartimento di Studi Umanistici (via del Lazzaretto Vecchio) e della Sezione di Studi di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (via Fabio Filzi) se vogliono usufruire del pasto serale a tariffa agevolata devono prendere un bus e recarsi nella mensa del Campus di Piazzale Europa, l’unica che offre questo servizio Più problematica ancora è la situazione per matematici e geologi fuorisede, che fanno lezione all’interno del parco di San Giovanni, e per gli studenti del Polo Didattico di Medicina e Chirurgia di Valmaura, che sono sprovvisti di mensa e non godono neppure della vicinanza con ristoranti convenzionati. La situazione è migliore invece per gli aspiranti medici e chirurghi che fanno lezioni e tirocini all’ospedale di Cattinara e usufruiscono tramite convenzione Ardiss della mensa in loco.
Quanto alla sede universitaria di Gorizia presto anche i suoi studenti avranno finalmente la propria mensa, attesa da anni. Si è conclusa la procedura di aggiudicazione dei lavori e dopo il cosiddetto periodo di stand-still e la verifica dei requisiti richiesti dal bando di gara, verrà stipulato definitivamente il contratto d’appalto. Si conta di arrivare alla stipula entro la fine di luglio e una volta svolte queste formalità inizieranno i lavori per allestire la mensa al piano terra dell’edificio di Via D’Alviano, dove studiano circa 700 ragazzi. Era una mossa attesa da molto tempo, che certamente contribuirà a rilanciare il polo goriziano. —
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