La “minaccia” bis di Dipiazza alla segnaletica

Sopralluogo in Corso Cavour: «Cantiere in altri orari sennò passo alle pedate». Il precedente del 2009
Lasorte Trieste 08/05/09 - RAI, riproduzione video sindaco Dipiazza
Lasorte Trieste 08/05/09 - RAI, riproduzione video sindaco Dipiazza

Si prepara un remake del Dipiazza furioso che tira pedate ai cartelli stradali. Il filmato del maggio 2009, ripreso dalla Rai alla vigilia del passaggio del Giro d’Italia a Trieste, potrebbe avere un seguito.

Ad annuncialo è lo stesso protagonista, il sindaco Roberto Dipiazza, durante il sopralluogo di ieri al cantiere in Corso Cavour autorizzato dallo stesso Comune. In un video «il sindaco è venuto questa mattina con l’ingegner Giulio Bernetti e ha fatto sistemare un po’ le cose», recita la voce fuori campo del capo di gabinetto Vittorio Sgueglia Della Marra, impegnato nelle riprese e a non farsi investire dalle auto in transito. «Le ditte non hanno rispetto per i cittadini. Non è che il cittadino rimane un’ora in fila perché le ditte devono aprire il cantiere. È il cantiere che aspetterà i cittadini che vanno al lavorare la mattina», tuona Dipiazza parafrasando il profeta Maometto.

«Tutte queste cose si fanno nelle ore pomeridiane quando non c’è il traffico della gente che va al lavoro la mattina. La prossima volta tornerò a prendere a pedate tutta la segnaletica così impareranno», minaccia alla fine Dipiazza mentre dà istruzione agli operai: «Te tiri via sta roba qua, te chiudi qua e te verzi sto tochetin», detta gli ordini a un imbarazzato ingegner Bernetti. La segnaletica insomma è avvertita. Il problema sta comunque nell’ordinanza firmata dallo stesso sindaco. «L’ordinanza che abbiamo predisposto prevede che siano garantite due corsie di scorrimento. Abbiamo quindi fatto modificare il cantiere e ribadito che i lavori non si devono fare nelle ore di punta in cui le persone si spostano per andare a lavorare. Bisogna fare le cose con rispetto e criterio», comunica su Facebook il sindaco.

«Del giro d’Italia non mi può fregar di meno. È una cosa che arriva a Trieste - disse nel 2009 dopo aver preso a pedate i segnali stradali che lui stesso aveva autorizzato -. Bisogna avere rispetto per i cittadini e oggi i cittadini che lavorano a Trieste sono in fila da Barcola perché il Giro d’Italia pretende di tutto e di più. Sembrano i padroni del mondo. Allora che vadano a farsi il Giro del Friuli. I lavori li facciano di notte e vengano a farseli loro. Non alle 10 del mattino però, quando la gente lavora». A distanza di sette anni la storia rischia di ripetersi. (fa.do.)

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