La morte di Cicciarella in Porto 11 anni fa

Era lunedì 11 aprile 2005 quando Franco Cicciarella, monfalconese di 39 anni residente a Staranzano, dipendente del Consorzio commesse e sopraccarichi, morì in porto, travolto da un carrello sollevatore.
Il tragico infortunio sul lavoro era avvenuto verso le 15 sulla banchina attrezzata, vicina al terminal delle automobili.
Un operatore della Compagnia portuale stava effettuando alcune operazioni con lamiere e brame utilizzando un sollevatore. Nell’eseguire una manovra di retromarcia, il carrello urtò Cicciarella facendolo cadere. Era una giornata di bora fortissima. Cicciarella morì praticamente sul colpo. Il personale sanitario del 118 cercò di rianimarlo, ma le sue funzioni vitali erano ormai compromesse.
Oggi alle 13 si rinnova l’iniziativa di Carico Sospeso, in ricordo di Franco Cicciarella, in occasione dell’undicesimo anniversario del drammatico evento.
Il ritrovo è previsto alle 13 in prossimità dell’ingresso del Porto di Monfalcone (zona Dogana), per accedere successivamente, alle 13.30, all’area portuale. La cerimonia, davanti alla Targa commemorativa, si concluderà verso le 14. L’Associazione organizza, infatti, ogni anno assieme a colleghi di lavoro, amici e familiari, un breve momento di raccoglimento e per la deposizione di un mazzo di fiori nel ricordo di Franco.
Con questa iniziativa l’Associazione Carico Sospeso nel sensibilizzare l’opinione pubblica, rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, rappresentanti delle istituzioni alla salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, chiede a tutti un impegno a mantenere alta l’attenzione sul tema della prevenzione e della sicurezza sul lavoro.
Tutto questo, evidenzia l’associazione, soprattutto di fronte ad un mercato del lavoro flessibile e precario, che comprime i diritti e le tutele dei lavoratori anche sul piano della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
«I lavoratori morti e infortunati - continua Carico Sospeso - non sono solo numeri per un bilancio statistico di fine anno, ma sono persone in carne e ossa, con identità, famiglie, vite importanti, uniche e irripetibili».
L’associazione coglie l’occasione anche per ringraziare per l’apporto, il sostegno e la partecipazione data alle iniziative promosse in città.
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