La patria del cibo per chi ama viaggiare in treno: quattro locali a Cormons, meglio di Udine e Gorizia

La curiosità
Cormons patria del buon mangiare? Sì, secondo la nuova guida “Itinerari di passaggio” realizzata dalla collaborazione tra Trenitalia e Slowfood, che indica i negozi, i ristoranti e le osterie migliori in ogni luogo della regione in cui ci sia una fermata ferroviaria. E il fatto che Cormons primeggi è dato da un semplice esempio: Udine, città di dimensioni ben maggiori rispetto alla capitale del Collio, vede segnalati quattro locali esattamente come la municipalità sotto il monte Quarin. Non solo: Cormons nella guida vede inserito un sito in più rispetto a Gorizia, che si ferma a tre indicazioni. Una sola, invece, per Monfalcone.
Ma eccoli, nel dettaglio, i locali cormonesi meritevoli di figurare nella guida Trenitalia-Slowfood. Si tratta del negozio di prodotti alimentari Tomadin di via Cumano, dove viene offerta dalla descrizione fornita dal depliant “un’ampia gamma di eccellenze, che contemplano sia il meglio dell’artigianato alimentare locale della zona del Collio sia produzioni selezionati provenienti da altre regioni italiane o dall’estero”. E poi dell’Enoteca inserita “in un ambiente informale e conviviale” dove “vi verranno serviti ottimi salumi e prosciutti”. Ci sono poi anche l’azienda D’Osvaldo “molto nota per la produzione del prosciutto di Cormons caratterizzato da una leggera affumicatura” e l’Osteria Caramella, “piccolo e accogliente locale che propone una selezione di vini del Collio in accompagnamento a vari stuzzichini, dalle tartine alle polpette di carne o di verdura”.
Grande la soddisfazione di chi è stato inserito all’interno della guida: «Siamo molto contenti – conferma Roberto Gajer, titolare della Caramella – è stata una sorpresa anche per noi. Evidentemente siamo piaciuti a qualche cliente di passaggio che poi ha fornito a Slowfood una buona recensione su di noi». A Gorizia invece segnalazioni per il Rosenbar, definito “uno degli avamposti della cucina mitteleuropea del Goriziano”, così come per il Mercato coperto, “piccolo tesoro liberty della fine degli anni Venti, richiama i fasti e l’animosità tutta mercantile di una città e di un’epoca che ancora non prevedeva la divisione di un muro” e il Giardino dei Vizi, che “rappresenta un buon riferimento per l’ora dell’aperitivo”. A Monfalcone invece spicca Ai Campi da Marcello: “Solo cucina di mare – la descrizione della guida – con un menu che varia ogni giorno esaltando le materie prima. È la ragione che rende questo ristorante una meta irrinunciabile”. —
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