La pericolosità del base jumping Già 200 morti

Il base jumping è uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da diverse superfici per poi atterrare grazie all’ausilio di un paracadute. “Base” è l’acronimo inglese le cui iniziali stanno...

Il base jumping è uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da diverse superfici per poi atterrare grazie all’ausilio di un paracadute. “Base” è l’acronimo inglese le cui iniziali stanno a indicare i luoghi da cui si effettuano i salti: Buildings (edifici), Antennas (torri), Span (ponti) e Earth (scogliere o cascate). Le origini di questa disciplina risalgono agli inizi del secolo scorso, esattamente nel 1912, quando andò in scena uno storico lancio dalla Statua della Libertà. Ma fu negli anni ’80 che questo sport crebbe in popolarità, pur portando sempre con sé un notevole grado di pericolosità, tanto che negli ultimi trent’anni sono quasi 200 le morti stimate a causa del base jumping. Uno dei pionieri del paracadutismo acrobatico è stato il francese Patrick de Gayardon, protagonista di numerose imprese estreme e grande studioso della cosiddetta “tuta alare” che consente di aumentare il tempo di permanenza in volo. De Gayardon, scomparso nel 1998 durante un lancio di prova, è stato l’idolo e il punto di riferimento anche per David Cusanelli, mentre in Italia sono circa una cinquantina i base jumper professionisti che si cimentano in salti estremi. Tra i lanci effettuati da David Cusanelli va citato il volo spiccato in Venezuela, alle Angel Falls, che, con i loro 979 metri sono le cascate più alte al mondo. Ma nel suo palmares non mancano i salti dalle montagne delle Dolomiti, dai palazzi, dalle mongolfiere e dai ponti (anche da un’altezza davvero estrema di soli 40 metri). Per completare il suo curriculum mancava il primo salto al mondo in un ambiente confinato, come appunto la Grotta Gigante, lancio ad alto coefficiente di pericolosità. (p.p.).

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