La petroliera Solviken alla Siot con 95 mila tonnellate di carico



«Quest’anno saranno all’incirca 38 milioni, due milioni in meno rispetto al 2019, le tonnellate di petrolio scaricate nel porto di Trieste». Che a causa della pandemia il 2020 «sia un anno difficile, anche se non particolarmente critico», non lo nega Alessio Lilli, presidente e ad di Tal, il gruppo che si occupa dell’Oleodotto transalpino anche nel tratto italiano attraverso la Siot. È questa la società che gestisce il quantitativo più corposo nel Mediterraneo, con una media di 500 navi l’anno, che si prevede saranno 400 entro dicembre. Dallo scalo giuliano l’importante fonte d’energia raggiunge il Centro Europa, partendo anche da Houston, in Texas. Località quest’ultima da dove giungeva la nave Solviken, arrivata ieri mattina con oltre 95 mila tonnellate di petrolio attraverso lo stretto di Gibilterra, dando il cambio all’Auriken, proveniente con quasi 78 mila tonnellate dalla Libia.

Ad amministrare questo dinamico traffico c’è un solido team composto da piloti, rimorchiatori e ormeggiatori: sono gli attori principali che operano sotto la regia unica della Capitaneria di porto. I primi a intervenire sono due o tre rimorchiatori della Tripmare: «Due in particolare sono dislocati apposta vicino alla Siot, perché sono dotati di cannoni antincendio», spiega l’ad di Tripmare Alberto Cattaruzza. Sono ausili necessari «perché le petroliere hanno un’elica sola e non hanno quindi la possibilità di manovrare nelle acque ristrette», spiega il comandante della Capitaneria di porto Vincenzo Vitale.

A bordo della nave sale un pilota locale, che funge da «coordinatore dei servizi tecnico-nautici e il terminal stesso – spiega il capo pilota Cristiano Zavattin della Corporazione dei Piloti del Golfo di Trieste –: siamo quindi l’occhio vigile della Capitaneria». Quando l’enorme mezzo marino è ormeggiato, il petrolio viene trasferito in un massimo di 40 ore nell’oleodotto attraverso dei bracci meccanici. Al termine «la nave conterrà anche delle casse di zavorra per bilanciarne il peso», spiega il tenente di vascello Salvatore Amenta. Rientra poi tra le azioni di prevenzione la presenza 24 ore su 24 di «un rimorchiatore che pattuglia costantemente il mare e la sua temperatura – conclude l’ad di Ocean Michela Cattaruzza –: sono pronti quattro mezzi a intervenire nel caso ad esempio di uno sversamento in mare». —



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