La polizia ceca “marchia” i profughi

ROMA. Un numero scritto sul braccio per identificare i migranti nella Repubblica ceca, una pratica che evoca il marchio nazista; un bambino morto, con il volto riverso sulla sabbia , vittima di un naufragio in Turchia; l’assedio di migliaia di rifugiati bloccati dalla polizia alla stazione di Budapest, in Ungheria; l’assalto dei treni a Calais, che manda in tilt il traffico ferroviario nel tunnel della Manica; gli sbarchi quotidiani dei vivi e dei morti in Sicilia. L’Europa deraglia sotto la spinta di una migrazione drammatica, messa ogni giorno di fronte a una nuova emergenza o a una nuova vergogna.
Davanti alle immagini della polizia ceca che contrassegna con un numero scritto con un pennarello ogni persona, bimbi compresi, a Breclav, al confine con l’Austria, Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, parla di «fatto gravissimo»: «I profughi marchiati come bestiame al macello richiamano il periodo più oscuro della storia contemporanea» afferma, parlando di «accadimenti inquietanti contro i quali deve farsi sentire la voce di tutte le società civili e progredite». «L’Europa non può tollerare questi rigurgiti» dice la presidente della Camera Laura Boldrini, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano avverte: «Il buio della mente può tornare. Stiamo inseminando l'Europa del virus del razzismo e della xenofobia» dice puntando il dito contro la Lega e ribadendo la necessità di «diritto d'asilo europeo e rimpatrio europeo».
È la richiesta che unisce Roma, Berlino e Parigi in un documento inviato ieri all’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini perché ci sia «una forte risposta alla crisi»: «Servono procedure, istituzioni e standard condivisi armonizzati in Europa» scrivono i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni, Frank-Walter Steinmeier e Laurent Fabius nella lettera, chiedendo che l’argomento sia discusso il 4 e 5 settembre durante il vertice informale a Lussemburgo: «Nessun flusso di rifugiati giustifica le catastrofiche condizioni umanitarie che abbiamo visto nelle ultime settimane». I tre ministri chiedono in primo luogo la revisione del diritto d’asilo, vecchio ormai di 25 anni, con «procedure e decisioni più veloci» e «un’equa ripartizione dei rifugiati sul territorio europeo». Bisogna «agire uniti» ripetono. «La questione verrà discussa venerdì e sabato e la Commissione oggi ha preparato nuove proposte» annuncia Mogherini in un tweet.
«Il governo italiano intanto corre in aiuto della Germania e comunica «la disponibilità a ripristinare, nel rispetto degli accordi di Schengen, i controlli al Brennero, com’era avvenuto in occasione del G7»: i profughi provenienti dai luoghi degli sbarchi (ieri tremila le persone salvate in mare) infatti salgono in piccoli gruppi sui treni per tentare di passare il confine. Ad annunciare la “stretta” è la Provincia di Bolzano che, inoltre, «per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l’emergenza, accoglierà per qualche giorno un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400». La Baviera - ricorda la Provincia- sta registrando un’ondata record di arrivi nelle ultime ore attraverso la rotta dei Balcani, che sta creando una situazione ingestibile: solo martedì infatti 2.500 sono entrate nel land tedesco. «Ma non si tratta di una sospensione degli accordi di Schengen al Brennero, solo di una intensificazione dei controlli» precisa il governatore altoatesino Arno Kompatscher.
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