La presenza dei padri salesiani da riva Piazzutta a via don Bosco

Tra gli anni ’60 e ’70, centinaia di maschietti non solo goriziani hanno frequentato il collegio salesiano di via don Bosco, da paesi vicini e luoghi lontani, da Trieste a Cividale. L’istituto era infatti popolare tra i genitori, perché consentiva l’affidamento dei figli ad una istituzione che godeva di ottima fama per l’insegnamento e l’istruzione che offriva. Gli allievi erano divisi in tre categorie: c’erano gli interni, che andavano a casa solo a fine settimana, i meno contenti perché sovente la permanenza diventava una sorta di reclusione; poi i semi interni, figli solitamente di genitori ambedue occupati, che entravano al mattino per tornare la sera; quindi gli esterni, per le sole lezioni del mattino. I più fortunati, invidiati dagli studenti delle scuole statali per le sole quattro ore di lezione invece delle solite cinque, perché la prima era dedicata alla messa che ogni santa mattina apriva la giornata. Quasi trecento messe all’anno per tre anni di medie cosicché, una volta adulti, in molti è scattata l’irreligiosità per una sorta di rigetto.
Nel testo del 2014 “L’edificio scolastico di via Ponte Isonzo…” Gianni e Lorenzo Drascek raccontano che “il 15 ottobre 1895 scesero alla stazione meridionale (oggi centrale) di Gorizia tre salesiani, chiamati alla gestione dell’appena costituito convitto con il compito di educare e istruire i ragazzi poveri della città e del circondario. Inizialmente la sede si trovava in Riva Piazzutta [all’angolo con via Orzoni] in un ambiente angusto, ma in breve tempo grazie anche all’interesse suscitato dall’operato dei salesiani, vi fu la necessità di una sede più capiente”.
Il primo direttore del convitto, don Giovanni Scaparone, nel 1900 acquistò così dalla vedova Amalia de Luzenberger nata Tositti la villa già Morosini, al numero 48 di via don Bosco, come venne rinominata nel 1933 l’antica via al Ponte Isonzo. L’immobile viene intestato inizialmente a don Mosè Veronesi, poi nel 1919 alla Società anonima immobiliare “Atesina” di Verona, quindi nel 1972 all’Oratorio Salesiano San Giovanni Bosco di Trieste e, finalmente, nel 1976 alla “Casa Salesiana di San Giovanni Bosco, denominata ’Convitto Salesiano San Luigi’’ con sede in Gorizia”.
Nel 1903 furono acquistati anche i terreni annessi, dando avvio all’edificazione del corpo centrale del collegio dedicato a San Luigi, mentre la villa divenne sede degli uffici.
Dopo la prima guerra, durante la quale la struttura venne requisita dai militari e alternativamente occupata da austriaci e italiani, vengono riparati i danni agli immobili, viene ristrutturata la palazzina e allungato il corpo principale che negli anni ’30 sarà ulteriormente ampliato e innalzato, fino a raggiungere le dimensioni attuali per una capacità di 150 allievi. Nel secondo dopoguerra viene poi realizzata la chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, provvista di organo a canne e ornata negli anni Sessanta da un profluvio di mosaici a fondo oro.
Progressivamente viene a cessare l’accoglienza di studenti interni, conservando gli esterni e le scuole medie, che verso la fine degli anni ’80 si avviano alla chiusura per destinare l’immobile all’ospitalità di studenti universitari e alle attività oratoriali negli ampi cortili del San Luigi. Oggi, non si sa…
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