La procura fa riesumare la salma dell’ispettore trovato morto in mare

Pola. Assume i clamorosi contorni del giallo il caso del poliziotto trovato senza vita la scorsa estate a Rovigno. Su richiesta del procuratore regionale Eddy Putigna, il giudice ha disposto infatti la riesumazione della salma dell’ispettore rovignese Vjero Fiala. L’uomo era stato sepolto il 9 agosto scorso al cimitero della sua città, dopo che in un primo momento era stata accolta in merito alla sua morte la tesi del suicidio.
La notizia, alla quale sta dando ampio risalto in queste ore la stampa croata, è stata confermata dalla procura stessa, che però non rilascia dichiarazioni in merito alle motivazioni che hanno portato a disporre la riesumazione. È plausibile comunque che la salma debba essere sottoposta a una ulteriore autopsia, in base al sospetto che l’ispettore in realtà sia stato ucciso: voci in questo senso per altro si erano già sparse nel periodo della sua morte improvvisa e avvenuta in circostanze strane. C’era chi sosteneva che Vjero Fiala, 53 anni, nel corso delle sue indagini nel settore della criminalità economica, potesse essere arrivato a far luce su verità scomode per qualcuno, e fosse dunque stato messo a tacere. Forse - secondo queste suggestioni che per ora non hanno trovato comunque alcuna conferma ufficiale - non sarebbe stato lui a far partire dalla pistola d’ordinanza il proiettile che lo aveva colpito alla testa, uccidendolo all’istante. È in ogni caso ragionevole ritenere che la procura stia battendo qualche pista ben precisa sul fronte delle indagini, vista la richiesta della riesumazione.
Vjero Fiala si era allontanato dalla sua abitazione il 29 giugno scorso intorno alle 22. Era salito a bordo di un’automobile che lo aspettava davanti a casa, portando con sé due computer portatili, il telefonino, il distintivo e la pistola d’ordinanza. E dato che il giorno dopo non si era fatto vivo e il suo cellulare non dava segni di vita, era stato dato l’allarme sulla sua scomparsa. Le ricerche si erano protratte per una settimana intera, ma senza esito. Tempo dopo - il 6 agosto - alcuni turisti italiani a bordo di una imbarcazione avevano notato il corpo senza vita di un uomo, che galleggiava nella cala di Scaraba presso Rovigno. La polizia, immediatamente avvertita, aveva fatto intervenire i vigili del fuoco per il recupero del cadavere. Una volta portato a riva, esaminati gli oggetti che aveva addosso, era stato constatato che il cadavere era proprio quello del poliziotto, come poi confermato dall’identificazione ufficiale.
La notizia del ritrovamento era stata diffusa dalla portavoce della Questura Natasa Vitasović, che aveva parlato di morte non dovuta ad un atto di violenza, lasciando intendere che si era trattato appunto di un suicidio. Una tesi che i familiari dell’ispettore avevano giudicato assolutamente poco plausibile, spiegando che Vjero Fiala non aveva alcun problema né sul fronte personale né su quello professionale. —
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