La Provincia di Trieste: «Con i tagli stop a strade e scuole Impossibili altri risparmi»

Bassa Poropat: è dal 2009 che comprimiamo il bilancio, non c’è più da spremere Le decurtazioni sui fondi per i bus corrisponderebbero a 1,5 milioni di km in meno
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Provinciale,
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Provinciale,

Non solo crisi, ma anche trabocchetti, mala-politica, burocrazia che si perpetua togliendo il pane e salvaguardando il cestino vuoto. È con questi sentimenti che la Provincia, allarmata come il Comune, affronta il suo bilancio impossibile. «Abbiamo rischiato il taglio del 40% dei fondi dalla Regione e non abbiamo tasse da imporre» dicono la presidente Maria Teresa Bassa Poropat e l’assessore alle Finanze Mariella De Francesco. Hanno però strade da pavimentare, scuole superiori da aggiustare, Motorizzazione civile da garantire, ambiente, trasporto pubblico e politiche del lavoro come primaria responsabilità. Altro che cancellazione (che qui non si farà): la Provincia di Trieste si sente, con le altre, sul fuoco lento della graticola e piuttosto vorrebbe togliere proprio alla Regione molte sue competenze. Affinché sia la Regione a spender meno.

Avete fatto i vostri conti?

Certo e non sappiamo più che cosa tagliare, è dal 2009 che revisioniamo, recuperiamo, ottimizziamo: recuperati fondi non rendicontati del Fondo Trieste, fatto i “global service” nelle scuole, modificato su fax e telefoni, eliminato il “piè di lista”.

Che cosa dicono le cifre?

Il bilancio 2012 era di 120 milioni. I trasferimenti della Regione sono di 40 milioni di euro per le quattro Province, a noi viene il 19,7%, dunque erano 8 milioni. Per il 2013 il fondo è diventato di 30 milioni di euro, quindi la nostra quota scende a 6 milioni, 2 in meno. Considerate tutte le voci, il taglio raggiunge il 25%. Un quarto del totale. Ma sono successe anche cose veramente incredibili...

Quali cose incredibili?

Noi con la Motorizzazione incassiamo l’imposta provinciale di trascrizione (Ipt), somma variabile che era attestata su 3 milioni, ma scesa a 2 perché oggi si acquistano meno automobili. Inoltre godiamo dell’addizionale sull’energia elettrica: altri 3 milioni. Be’, ci siamo accorti che la Regione aveva incamerato queste cifre nei trasferimenti ordinari. Erano sparite. Trattenute senza dirlo. Abbiamo dovuto battagliare per farcele restituire, è il nostro unico gettito diretto. Cinque milioni non possono mica sparire così. E poi c’è il trasporto pubblico...

Quanto incide?

Il 50% dei 120 milioni del bilancio. Era stato previsto un taglio di 7 milioni, e tanto per essere chiari corrispondono a 1,5 milioni di chilometri percorsi in città e provincia dagli autobus, il 17-18% in meno. Gli assessori regionali si passano la palla l’un con l’altro: competenza sua, di quell’altro. Ma è mai possibile? Speriamo di averli recuperati. C’è una cosa però che veramente scandalizza.

Un’altra ancora?

Era stato assicurato che sarebbero sparite le somme a disposizione dei consiglieri regionali, quelle che poi vengono date per il campetto di calcio, la chiesa del rione e così via, e invece no, ecco qua: 16 milioni a disposizione dei consiglieri regionali per emendamenti. E loro decidono come credono, senza strategia, solo perché qualcuno conosce il consigliere amico, ha conoscenze di partito. Ma dateli agli enti locali, quei soldi, gli enti locali sanno le priorità del territorio. No, la Regione mantiene questi privilegi, sembrano intoccabili. Di questi tempi, è insopportabile.

Voi siete sotto pressione con le scuole superiori. Che riflessi avrà la situazione?

Gravissimi e del tutto fuori di logica. Abbiamo acceso un mutuo di 14 milioni per fare i lavori, soldi che nel bilancio vanno a incidere sulla spesa corrente. Per le nuove leggi di stabilità non possiamo pagare forniture senza certificare pari entrate. E se le entrate calano, anche avendo i soldi pronti in cassa non potremo pagare le imprese, che oltretutto lo sappiamo quanto bisogno hanno di essere pagate. E sono lavori già in corso. E i soldi ci sono. Pagheremo insomma le rate del mutuo e non i fornitori? È pazzesco.

Questo denunciano anche i sindaci: un profondo e dannoso controsenso.

Per noi, Regione a statuto speciale, queste regole sono entrate in vigore col 2012, ma il governatore Renzo Tondo che sembra opporsi al governo con tanta energia in realtà non ottiene risultati. Tutti abbiamo chiesto che questa norma entri in pratica con gradualità, come era già successo nel resto d’Italia. Abbiamo chiesto che la Regione consideri “pregressi” i mutui e i pagamenti già in corso, e che la regola si applichi dal 2013 in poi. Anche sul futuro però ci troviamo inceppati.

A quale capitolo?

Le strade provinciali. C’è bisogno di rimetterle in sesto. Bene, l’assessore Vittorio Zollia ha fatto un piano triennale, e avevamo intenzione di fare un nuovo mutuo per 3 milioni, così da lasciare a fine mandato le strade provinciali a posto. Ma possiamo prendere soldi se non siamo sicuri di poter pagare le imprese? Non esiste certezza di programmazione. La stessa cosa succede con le scuole.

Che cosa chiedete, oltre al riconoscimento della non evitabile vetustà degli edifici?

Dateci un finanziamento “di sistema”, pluriennale, noi stiamo facendo un piano di priorità che amplieremo anche alle scuole comunali, in modo da procedere un pezzo alla volta ma con la logica migliore. Invece no, sempre “a spot”, nel 2012 abbiamo avuto i 70 mila euro su 20 anni: fatte le finestre del “Nordio”, finita la quota. Mai una scuola finita. Questo è spender male. E senza mai tener conto che le scuole triestine sono vetuste perché non c’è territorio su cui costruirne delle nuove. Non siamo a Udine. Infine abbiamo il problema del “Gregoretti” a San Giovanni.

Anche questo resta a piedi?

Lì è in programma il trasferimento del “Carducci”, i soldi li abbiamo già, dovremmo fare un concorso di idee per un progetto alto, eco-compatibile. Facciamo il concorso e poi? Potremo pagare? Oppure no? Non si può sapere prima di vedere conti e fatture. Nel frattempo dobbiamo onorare bollette e stipendi. Per stipendi vanno 11 milioni, non comprimibili.

E allora come pensate di venirne fuori?

Esigiamo di riscuotere direttamente come prima da Motorizzazione e addizionale. Poi chi lo sa. Non solo noi, ma tutte le altre Province (in perfetto accordo, destra e sinistra) avevano cominciato a ragionare su un taglio del 10%. Difficile, ma ipotizzabile. Non così se è del 25%. Tutto già risparmiato, non c’è “fondo” da cui attingere. Abbiamo anche venduto le auto di servizio, erano tre e vecchie, ne abbiamo comprata una solo normale, non rotta. Col taglio lineare ci tagliano la testa. Ma cara Regione, hai mai rivisto la spesa tua? Dove hai tagliato, che non si vede niente?

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