La psichiatra vuole curarlo Lui l’aggredisce: arrestato

Si chiama Massimiliano Nicolai, 45 anni. È finito in carcere dopo aver aggredito un medico del Centro di salute mentale cui ha anche cercato di estorcere del denaro. È stato raggiunto da un’ordinanza...
Foto BRUNI Trieste 12 12 02 Inaugurata nuova C.I.M. a Barcola
Foto BRUNI Trieste 12 12 02 Inaugurata nuova C.I.M. a Barcola

Si chiama Massimiliano Nicolai, 45 anni. È finito in carcere dopo aver aggredito un medico del Centro di salute mentale cui ha anche cercato di estorcere del denaro. È stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare del gip Laura Barresi emessa su richiesta del pm Massimo De Bortoli. È difeso dall’avvocato Massimo Iviani. Massimiliano Nicolai è ricordato dalle cronache per aver ucciso suo padre nel 1989 e per aver aggredito qualche anno dopo con un coltello un amico che abitava con lui in una casa di via San Marco: Peter Kriman, questo il nome dell’uomo. era stato raggiunto nel 2001 da diciassette fendenti durante una violenta lite. Nicolai all’epoca aveva il volto tatuato per metà di nero e per l’altra metà di rosso. Un Joker vero, reale.

La vicenda che ha poi portato all’arresto risale ad alcuni giorni fa, quando gli agenti della Squadra volante sono intervenuti d’urgenza al Centro di salute mentale di Barcola dove era stata segnalata la presenza di un uomo che aveva letteralmente terrorizzato medici e operatori. L’uomo - poi identificato per l’appunto in Massimiliano Nicolai - è apparso ai poliziotti molto agitato. Aveva affermato che nessuno dei medici avrebbe dovuto somministargli la terapia che era stata prescritta.

Nella circostanza era stata sentita dagli inquirenti una dottoressa che aveva riferito di un precedente episodio quando Nicolai l’aveva presa per i capelli e poi, dopo averle strappato una ciocca, l’aveva fatta rovinare a terra. La donna aveva spiegato di aver invitato Nicolai a recarsi al Centro di Barcola per sottoporsi alle cure. Ma l’uomo si era opposto affermando di voler solo del denaro. Aveva intimato alla psichiatra di portargli 100 euro. E che, se non lo avesse fatto, avrebbe ammazzato qualcuno. Poi c’era stata l’aggressione, fortunatamente sedata dall’intervento di alcuni infermieri. Nel parapiglia era stata picchiata, sempre da Nicolai, anche una paziente che in quel momento si trovava sul posto.

Il padre di Nicolai si chiamava Antonino, di professione era muratore. Il figlio l’aveva ucciso con una coltellata che l’aveva raggiunto al cuore. «L'ho ammazzato perché gli volevo bene», aveva detto ai poliziotti mentre lo avevano portato in Questura. Per questo omicidio non ha patito il carcere, al di là di un breve periodo “scontato” nel corso dell'istruttoria. Il Codice offre questa possibilità agli assassini minorenni e i difensori l’avevano sfruttata tutta, in sintonia con i servizi sociali e con il gran cuore di don Mario Vatta e dello psichiatra Beppe dell’Acqua. Il ragazzo era stato messo alla prova per decisione del Tribunale e per molti anni non aveva deluso chi si era fidato di lui. Poi c’era stato l’altro accoltellamento per il quale Nicolai era stato condannato a quattro anni. E ora l’aggressione alla psichiatra con il conseguente arresto. Che è stato disposto dal giudice Barresi tenendo conto dell’ultima perizia psichiatrica che ha ritenuto lo stesso Nicolai capace di intendere e di volere. (c.b.)

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