La Rana di Lessona “regina” al sole del laghetto di Percedol

IL FOCUS
Il laghetto di Percedol, che scientificamente è corretto definire stagno, è tra i più antichi bacini carsici. È popolato da migliaia di esseri viventi, si conta complessivamente un centinaio di specie.
Sistemandosi sulle sponde del laghetto è possibile ammirare, ad esempio, «esemplari della Rana di Lessona – racconta Nicola Bressi, naturalista e zoologo del Museo di Storia naturale di Trieste –: una specie di anfibio raro, ovviamente protetta, che in tutto il Carso, incluso quello sloveno, vive e si riproduce solo in quello specchio d’acqua sul nostro altipiano. In regione si è accasata anche in Friuli, nella Palude di Cima, tra Ampezzo e Forni di Sopra».
La Rana di Lessona non popola tutti i laghetti «perché – spiega Bressi – è esigente: esige un ambiente boscoso, umido, fresco ma contemporaneamente al sole». Caratteristiche che fanno dello stagno di Percedol un unicum di incredibile valore dal punto di vista naturalistico. Tra gli anfibi troviamo il Rospo comune e anche la Rana Dalmata – le sue zampe anteriori sono a pois e per questo viene definita dalmata – che vive prevalentemente nella dolina ma utilizza il laghetto per depositare le uova e far nascere i suoi girini.
A popolare quel laghetto ci sono anche i tritoni punteggiati e crestati, decine di specie di libellule, invertebrati come molluschi, lumache d’acqua e cimici d’acqua tra le quali i Gerridi, insetti pattinatori che devono il loro nome alla capacità di “scivolare” sull’acqua, senza affondare. Lo stagno di Percedol è piccolo e rotondo, con un diametro che non supera i 30 metri e una profondità massima di 3 metri ma la proliferazione e i sedimenti delle piante acquatiche stanno causando un crescente impaludamento con la riduzione della superficie. —
L. T.
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