La Regione tiene nel limbo il Consorzio industriale

Sospeso, in attesa di chiarimenti, il varo del nuovo organo di sviluppo economico Il Comune non si scompone e non circolano indiscrezioni sul sostituto di Lorenzon
Di Giulio Garau

Situazione “sospesa” per il Consorzio di sviluppo economico del Monfalconese. A poche settimane dall’approvazione del nuovo statuto ma soprattutto dalla svolta per l’ex Csim che cambia nome e affina le sue specificità per migliorare gli interventi di sviluppo industriale ed economico del territorio, la Regione, in particolare gli uffici della direzione centrale attività produttive lancia un altolà alla partenza del nuovo organismo. Nulla di particolarmente grave, ma, spiega la direzione in una nota siglata dal responsabile dell’ufficio, dopo una verifica sarebbe emerso che non tutti i Comuni che partecipano al consorzio abbiano deliberato l’approvazione del nuovo statuto. In realtà l’assemblea del Csim che varava la trasformazione (il 28 aprile) si era riunita con tutti i crismi e i numeri di legalità, erano presenti i delegati o i sindaci dei vari comuni soci del Consorzio. Ma pare che lo statuto (in certi comuni è avvenuto) avrebbe dovuto essere approvato anche dai singoli consigli comunali. Risultato è che la direzione centrale attività produttive ha emanato una nota in cui si sospendono i termini di approvazione del nuovo statuto e dunque il nuovo Consorzio di sviluppo economico in attesa di chiarimenti e del via libera dei Comuni che non si sono ancora pronunciati.

In realtà poco male per il Consorzio che resta ancora Csim, in mezzo al guado, che non viene bloccato sul fronte dell’operatività e che soprattutto mantiene ancora per qualche tempo (secondo alcuni sarà abbastanza lungo) alla presidenza Enzo Lorenzon che era scaduto e che per varie ragioni, di opportunità politica ma anche di incompatibilità di cariche, avrebbe dovuto lasciare.

Ma quello che è paradossale in tutta questa vicenda, di contenuto solo ed esclusivamente burocratico, è che a quanto pare nessuno si è minimamente voltato indietro o scomposto, non si sono affatto bloccate le azioni del Consorzio e tutto sembra procedere come se nulla fosse. Dallo stesso Comune di Monfalcone, che dopo la cessazione della Provincia di Gorizia e la spartizione delle quote (con metodo deciso dalla Regione) è diventato l’azionista di riferimento del nuovo Consorzio di sviluppo economico, non arriva nessun segnale di preoccupazione o di pressione per risolvere la situazione. Vecchio o nuovo, l’attività del Consorzio resta molto apprezzata, il sindaco Anna Cisint continua a lavorare in stretta relazione con i vertici del Consorzio e gli uffici, in particolare con il direttore Giampaolo Fontana, sui vari temi industriali aperti, di promozione industriale o di infrastrutturazione delle aree, comprese quelle portuali. Mettere mano al Consorzio, o fare cambiamenti soprattutto, non pare affatto che sia una priorità. E il fatto che, su altri fronti, ci siano altre urgenze per il sindaco, per ora, ha messo in secondo piano pure il ricambio al vertice dello stesso Consorzio. Come risultato, una cosa abbastanza anomala nel panorama politico, c’è poi il fatto che non circola alcuna, anche minima, indiscrezione su possibili nomi di candidati papabili per sostituire Lorenzon.

Non solo sembra che il Comune non abbia questa tra le priorità in agenda, ma c’è in più un secondo nodo affatto trascurabile. Ovvero le nuove regole di nomina del cda del Consorzio di sviluppo economico del monfalconese scritte dalla Regione. Per la struttura è una rivoluzione integrale, il nuovo organismo direttivo infatti sarà composto da sole 3 persone contro le 5 attuali, compreso il presidente. È stabilito infatti che tutte e tre le figure del cda non siano più nomine politiche, ma le scelte dovranno essere fatte tra persone di comprovata esperienza amministrativa, imprenditoriale o professionale nel settore industriale «attestata dallo svolgimento di almeno un quinquennio di attività professionali, gestionali, di controllo o dirigenziali in organismi pubblici o provati». E a quanto pare, visti i paletti, le candidature per ora latitano. Ben venga dunque una pausa di riflessione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo