La riorganizzazione dei consultori di Trieste divide i sindacati
Tre le posizioni emerse nella riunione convocata da Asugi. Fials e Cgil contrarie, Cisl alla finestra, Uil e Nursind a favor

TRIESTE La riorganizzazione del sistema dei consultori divide il fronte sindacale. La spaccatura è emersa ieri nel corso della riunione sul tema convocata dalla direzione di Asugi. Fials e Cgil restano contrarie alla chiusura dei centri di San Giacomo e San Giovanni, confermando anche lo stato di agitazione proclamato il 24 gennaio scorso. La Cisl, invece, si riserva di fare delle valutazioni in proposito in attesa di risposte. E poi ci sono Uilfpl e Nursind, che sostengono al contrario che il nuovo assetto «porterà solo benefici ai cittadini». «Le sedi sono equamente distribuite, facilmente raggiungibili», constatano Luciano Bressan della Uilfpl e Luca Petruz del Nursind: «L’orario garantirà facilità di accesso, le attività verranno implementate, il personale non è stato ridotto».
Anche dopo la riunione di ieri – alla quale non ha preso parte il direttore generale di Asugi Antonio Poggiana – Fabio Pototschnig della Fials e Francesca Fratianni della Cgil restano invece fermamente convinti che il progetto di riorganizzazione dei consultori non vada nella giusta direzione. «L’azienda – incalzano – ci ha presentato dei grafici per spiegare la situazione prima e dopo la riorganizzazione, con slide difficili da contestare, perché, come sempre, sulla carta, sembra che tutto sia orientato a un miglioramento del servizio per il cittadino e che il personale sarà, tutto sommato, contento del cambiamento.
Eppure la situazione riportataci dal personale nella recente assemblea racconta qualcosa di diverso». Nei giorni scorsi gli stessi sindacati avevano infatti bocciato quello che era stato definito un trasloco frettoloso, aggravato anche dalla decisione di Asugi di anticiparlo. Condizioni che avevano preoccupato sia gli operatori socio-sanitari che gli utenti. Pototsching, giovedì scorso, in un sopralluogo nella sede “hub” del consultorio di Valmaura, aveva trovato «ancora tutto sottosopra, con il materiale ammassato e la mancanza dei computer e dei necessari collegamenti a internet», nonché «una inadeguata dotazione dei mezzi aziendali, indispensabili per raggiungere a casa le persone che necessitano di assistenza domiciliare». Evidenziando, tra l’altro, come non sia stato ancora garantito il turnover di due ostetriche e un’assistente sociale, Cgil e Fials mantengono quindi le loro «perplessità sul riassetto, perché, a distanza di quattro anni, di riorganizzazioni definite migliorative ne abbiamo viste diverse, ma il cittadino e gli operatori raramente hanno riscontrato degli elementi positivi».
Si distingue ulteriormente, come detto, la posizione della Cisl. «Nel corso della riunione abbiamo rilevato un approccio diverso da parte di Asugi, propositivo», precisa la rappresentante del sindacato Romina Dazzara: «Quindi ci riserviamo di valutare la situazione dopo che l’azienda avrà dato risposte ai nodi per noi ancora da sciogliere».
Tra le questioni poste dalla Cisl, ci sono l’integrazione tra l’attività dei due consultori e quella della Struttura Neurosviluppo e Psicopatologia dell’età evolutiva, l’indennità sulle 12 ore per gli operatori, un ampliamento del parco mezzi in dotazione al personale, ma anche una garanzia di servizi in lingua slovena e un sistema che agevoli il trasporto nelle diverse sedi degli utenti con maggiori fragilità.—
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