«La Risiera è la vergogna tedesca»
I ministri Steinmeier e Frattini annunciano la costituzione di una commissione mista

TRIESTE.
«Non c’è nulla che impersonifichi la vergogna tedesca meglio del sistema dei campi di concentramento e sterminio». Parole pesanti come macigni quelle pronunciate ieri mattina dal ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. La loro eco ha avvolto le gelide mura della Risiera di San Sabba. Pareti, celle, immagini che ricordano «il tradimento perpetrato dalla Germania nazionalsocialista nei confronti della civiltà».
Un tradimento che lo stesso Steinmeir ha voluto sottolineare così nel corso della visita bilaterale al monumento nazionale, organizzata in concomitanza con il vertice italo-tedesco di Trieste. Mai prima un rappresentante del governo della Germania si era presentato in veste ufficiale all’ex lager nazista, esempio di quei «luoghi al di là del bene e del male» come li definì Primo Levi, citato non a caso da Steinmeier. «Nazismo e fascismo sono stati mali assoluti della nostra storia. La memoria di quella tragedia è viva, quello che successe qui fa parte della nostra storia comune, non va dimenticato nè cancellato ma raccontato ai giovani in modo che tutto ciò non accada mai più. In nessuna parte del mondo. Siamo alla Risiera, dove morirono tra le 3000 e le 5000 persone, in primis per un dovere morale». Con queste riflessioni, dal canto suo, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha voluto parlare di responsabilità condivisa nel tramandare e informare. Di un impegno per l’«elaborazione e la commemorazione» dei fatti che costarono la vita a migliaia di persone, capaci di prendere una «scelta coraggiosa di civiltà» per un momento storico come quello del biennio 1943-’45, rifiutandosi di combattere al fianco delle truppe naziste.
Anche sulla base di questo ricordo, Italia e Germania, secondo i due ministri, devono continuare sulla strada di quel processo di costruzione dell’Europa per il quale i valori di riconciliazione, integrazione e solidarietà sono e resteranno dei pilastri irrinunciabili. Ecco perché la tragedia dei campi di sterminio e le dolorose vicende della seconda guerra mondiale verranno approfondite da un’apposita commissione mista, come annunciato proprio ieri. Saranno alcuni storici dei due paesi a comporla: la prima riunione verrà ospitata il prossimo anno dal Centro italo-tedesco di Villa Vigoni, a Como. Non si tratterà di analisi e ricostruzioni fini a se stesse. Gli incaricati dovranno dare delle risposte: il loro compito sarà infatti quello di analizzare il passato bellico comune e la questione dei 6-700 mila internati militari italiani dopo l’8 settembre del 1943, compresi gli aspetti dei ricorsi giudiziari e degli indennizzi.
A proposito di risarcimenti, Frattini è ritornato anche sulla sentenza della Corte di Cassazione riguardo alla strage di Civitella (la Germania è stata condannata a pagare 800 mila euro ai parenti di due delle vittime): «Rispettiamo questa decisione, come allo stesso modo rispettiamo quella tedesca di rivolgersi alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja per una pronuncia sul principio dell’immunità dello Stato». I due rappresentanti istituzionali, scortati dai rispettivi entourage, dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dall’assessore comunale alla Cultura Massimo Greco, dal vicepresidente della Provincia Walter Godina e dal presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman, hanno deposto due corone d’alloro sulla sede dell’antico forno crematorio.
Poi è stato il momento dei discorsi ufficiali, mentre attorno la commozione si faceva strada non solo fra gli ex deportati e qualche loro parente, ma anche tra alcuni studenti delle scuole superiori triestine e sui volti dei rappresentanti della comunità religiose cittadine. Quella ebraica aveva colto l’occasione nei giorni scorsi per ribadire la richiesta di riconoscere la Risiera come monumento europeo della memoria. «Stiamo lavorando per questo», ha assicurato Frattini. Assieme a Steinmeier, il ministro degli Esteri è stato fermato per qualche secondo, al termine della cerimonia, da un ex deportato, Marino Palcich, che venne rinchiuso nella struttura di San Sabba per cinque mesi. Ai due politici, l’uomo ha voluto consegnare una cartolina con una foto scattata dalle Ss tedesche al piazzale interno della Risiera Trieste, firmandola sulla parte retrostante. E ha ricordato di «essere ancora in attesa del riconoscimento della mia posizione di deportato. Io che, qui dentro, fui anche lapidato».
Frattini e Steinmeier hanno concluso la visita entrando nelle celle dove venivano segregati i prigionieri. Lì sono rimasti qualche minuto. Spazi tetri e bui, che fanno ancora tanta impressione.
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