“La Sagra di Santa Gorizia”, i giovani e lo strazio della guerra

In “Addio alle armi” Ernest Hemingway scrive, della guerra, che “solo i luoghi hanno dignità”. Cita la corona di montagne intrise di sangue attorno a Gorizia. Nello strazio della guerra non c’è spazio, sostiene, “per concetti osceni come patria, orgoglio, coraggio”. Oggi possiamo solo immaginare la carneficina del ’14-’18. Ancora più difficile, per chi si è avvicinato studiandola, spiegarla ai giovani, coetani o quasi dei ragazzi che creparono sui vari fronti. Qui attorno ne morirono a centinaia di migliaia, in particolare per conquistare e difendere Gorizia; un distintivo da infilare nell’occhiello delle giacche di generali e di politici imboscati. La guerra raccontata ai ragazzi è, ovviamente, esercizio assai praticato di questi tempi. Giusto. Al festival èStoria trova spazio la premiazione del certame letterario indetto dall’Isiss D’Annunzio e dall’Isa Fabiani della preside Anna Condolf, che nei docenti Rita De Luca e Piero Marangon ha trovato due appassionate teste di ponte per allagare di cultura gli stretti argini dell’Iphone, fedeli compagni di viaggio degli adolescenti.
De Luca ha inquadrato la geopolitica dei tempi pre-bellici che degenerò nella guerra. Marangon ha esercitato i giovani al pensiero offrendo loro un percorso molto intenso tratto dalle più celebri pagine scritte dagli intellettuali che la guerra la combatterono e non solo l’auspicarono. Salvo eccezioni s’intende. Lente di ingrandimento su queste non facili pagine, dolorose financo per coloro che ne colgono il dolore non trattenuto tra le righe è stato il poema epico “La Sagra di Santa Gorizia”, scritta dal fante Vittorio Locchi pochi mesi dopo la “redenzione” della città cui diede il suo onesto contributo di proiettili.
Potente il tema vincitore, quello di Federico Scarpin, appena in seconda linguistico. Basterebbe colorarlo e ne uscirebbe uno straordinario affresco di Gorizia in guerra. A colorarlo potrebbe pensarci il collega Giacomo Zorba, dalle quarta dell’arte, vincitore della sezione artistica, della quarta Fabiani, novello Michelangelo per la cura che investe nello studio del corpo umano. Per conoscere gli altri premiati appuntamento domani alle 9 alla tenda Apih, primo appuntamento di èStoria 2014. Non mancare, programma delicato e coinvolgente. (r.c.)
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