La satira di sior Anzoleto scatena la bagarre politica

L’autore del Testamento, l’ex sindaco Persi, finisce nel mirino dell’opposizione Il leghista Razzini: «Il Pd ci hanno messo il cappello, anestetizzando le battute»
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-09.02.2016 Cantada-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.02.2016 Cantada-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Anche la satira può fare polemica. A Carnevale è lecito ridere di tutto, ma se a firmare il Testamento di sior Anzoleto, una delle tradizioni più care al bisiaco patòc, è un ex sindaco, per giunta di quel centrosinistra che da 25 anni a questa parte governa Monfalcone, allora apriti cielo: l’opposizione è pronta a far coriandoli di quei fogli che sbertucciano la magnadora, per cestinarli come banali canzonature, insomma critiche all’acqua di rose. Anzi, in spirito di provocazione, l’ex consigliere Anna Cisint, che molti indicano come futura competitor di Silvia Altran alle prossime amministrative, si candida per la redazione del prossimo Testamento. Mentre il leghista Federico Razzini, pur premurandosi di puntualizzare che «Adriano Persi è una persona che stimo», ammette d’aver trovato godibile la Cantada «ma un po’ soft». «L’establishment del centrosinistra ha occupato tutto l’occupabile - aggiunge - e che sia riuscito a mettere il cappello anche sulla satira è stupefacente. Bravissimi quelli del Pd: hanno anestetizzato anche il Testamento».

Più pungente, invece Cisint: «Il centrosinistra ha potuto schierare, quale autore, Persi, che peraltro ho stimato come sindaco, allora anche “il resto del mondo” monfalconese deve avere la stessa opportunità. Se è doveroso ringraziare i volontari delle associazioni e tutti coloro che con dedizione, impegno e fatica hanno permesso che anche quest’anno andasse in scena il nostro Carnevale, bisogna pure dire che a molti la lettura del Testamento de sior Anzoleto ha lasciato l’amaro in bocca». Perché? «Tanti - replica - si sono chiesti come mai le sagaci ironie sui fatti della magnadora che solitamente, in passato, hanno rappresentato le “magagne” della realtà monfalconese questa volta non siano proprio emerse. Eppure il materiale a disposizione era succoso e abbondante». E qui Cisint snocciola l’arcinota transazione con Fincantieri per il ritiro della costituzione di parte civile dal processo amianto, il tormentone delle Ztl che «hanno svuotato i portafogli dei malcapitati», l’«escavo tristemente al palo come il piano regolatore del porto» o il «drammatico smantellamento della sanità». Pure Giuliana Garimberti (Monfalcone domani) su Facebook ha espresso «delusione». Mugugni infine in “zona” Fenice.

Respinge seccamente la possibilità che il Pd ci abbia messo lo zampino, il sindaco Silvia Altran: «Io l’ho saputo ieri mattina (martedì, ndr), come tutti i cittadini in piazza, che la firma del Testamento era di Persi. E per la cronaca Adriano non ha la tessera del Partito democratico. Si è trattato dunque di una scelta autonoma della Pro Loco». La prima cittadina ha apprezzato il Testamento, nonostante «qualche battuta abbastanza pepata»: «Mi è piaciuta e ho visto che anche la gente sorrideva alla lettura, intervallata da ironie più pungenti, come nella tradizione della Cantada. Ecco, mi è parso un ritorno alle origini: un Testamento vecchio stile e ho visto le persone contente. La satira non è stata affatto all’acqua di rose». «Personalmente - conclude - non mi sono mai lamentata del “trattamento”, in quanto ritengo che la magnadora debba accettare per un giorno di essere bersaglio d’ironia: è lo spirito del Carnevale, non ci si può arrabbiare. Per indole sono autoironica e non mi prendo troppo sul serio, pertanto accetto il Testamento e le sue stoccate. La cosa che mi è davvero dispiaciuta è stata invece la sospensione dei carri per maltempo». Concorde Enrico Gherghetta, presidente della Provincia, che dopo la lettura ha inviato un sms di congratulazioni ad Adriano Persi: «Bel Testamento, io mi sono divertito. Dar giudizi politici sulla Cantada xè de moni. Ho sempre trovato i commenti stucchevoli. La stilettata sul maxi-tubone? Persi non ha ragione, ma non voglio far polemica sulla battuta, comunque bella». Idem Omar Greco, bollato come cisto da sior Anzoleto per via della pubblicazione dei redditi della giunta: «Mi sono congratulato con Adriano, perché far sorridere non è mai semplice. Per me è promosso. Il cisto ci sta: io accetto sempre la satira, l’importante è che non scada nell’insulto personale». Quanto alle polemiche «sono le solite, basate sul nulla: è noto che del Testamento si occupano quelli della Pro Loco, certo non l’amministrazione».

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