La scomoda eredità dopo l’addio di Amt

Un metro quadrato e quattro enti. La fermata del bus, che apparentemente sembrerebbe gestita da un unico soggetto, in realtà è molto "contesa". Il marciapiede è suolo pubblico, di mezzo dunque c'è il Comune. Gli autobus sono gestiti da Trieste Trasporti. Il cestino delle immondizie da AcegasApsAmga. E alle pensiline chi ci pensa? Stavolta una società pubblicitaria: Clear Channel. In tutto ciò, quando nei giorni scorsi la Commissione trasparenza si è riunita per cercare di rispondere alle esigenze dei cittadini che lamentano pensiline non idonee ai bisogni della città, i consiglieri comunali non sapevano dove sbattere la testa. Perché da quando l'Azienda per la Mobilità Territoriale s.p.a. (Amt) è in liquidazione, ogni passo in avanti per la questione pensiline sembra arenarsi.
L'azienda pubblicitaria anni fa si era aggiudicata l'appalto per installare le pensiline, un accordo che durerà vent'anni a partire dall'ultima messa in posa. Per il momento ne sono state sostituite 300 "tettoie" circa su tutta la provincia. Il contratto, peraltro, prevedeva gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione a costo zero, ma in cambio degli spazi pubblicitari. A spiegare l'attuale situazione dell'azienda spa sono il liquidatore Stefano Podda e il tecnico Denis Rustia, ex dipendente di Amt.
Tutto ruota attorno a un capitolato che, come aveva precisato il presidente dell'Amt Andrea Polacco nel 2011, all'epoca delle prime installazioni, l'assenza di parete laterali «è una necessità dettata dal Codice dalla strada, perché bisogna garantire sui marciapiedi il transito delle carrozzelle dei portatori di handicap. Laddove il marciapiede è stretto non lo si può ulteriormente restringere con le pareti laterali di una pensilina, per cui in determinati punti non si poteva fare altrimenti. Siamo condizionati dalla normativa in essere», affermava. E il liquidatore specifica che per il momento Amt, nella situazione in cui è, «non può erogare denaro per realizzare altre pensiline diverse dal capitolato». In alcuni casi Podda ha spiegato che si è cercato di mantenere nei limiti del possibile le vecchie strutture proprio per cercare di venire incontro all'utenza che richiede in particolare i parapetti laterali. Allo scadere dei 20 anni, la concessione sarebbe dovuta tornare in mano ad Amt, ma non esistendo più, tornerà in capo al Comune, socio di maggioranza della spa. Nel frattempo Podda ipotizza un'eventuale gestione del contratto da parte del Comune previ però alcuni passaggi, ancora da decidere. Per capire come fare, dunque, la Commissione si riunirà chiamando all'appello innanzitutto il capitolato in questione, il contratto di aggiudicazione ed eventuali soggetti che rientrano in questa intricata situazione. Perché come hanno commentato Piero Camber (Fi), il presidente della commissione Roberto De Gioia (Verdi PSI) e Marco Toncelli (Pd), «dobbiamo dare una risposta a tutti i cittadini che ogni giorno si lamentano per questa situazione. Un problema assolutamente inaccettabile e che tocca soprattutto le zone periferiche della città. La gente non può prendere freddo e pioggia».
(b.m.)
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