La scuola Dante sarà abbattuta poi la ricostruzione a Gradisca

/ Gradisca
Demolizione e ricostruzione. È questo il destino che attende la scuola primaria Dante Alighieri di Gradisca. Una partita ambiziosa, da 6,5 milioni di euro: una cifra che a memoria non si ricorda per un’opera pubblica nella Fortezza. La giunta Tomasinsig ha rotto gli indugi nei giorni scorsi, con due atti distinti: il primo, l’approvazione dello studio di fattibilità tecnico-economica dell’intervento di adeguamento sismico della scuola di via Garibaldi, affidato nei mesi scorsi allo studio associato udinese Inarco; il secondo dà invece mandato al sindaco di presentare alla Regione la manifestazione di interesse del Comune per l’accesso al finanziamento relativo agli interventi di edilizia scolastica. Il contributo regionale copre l’80% del totale, ovvero una cifra di poco inferiore ai 5 milioni. Il restante milione e mezzo verrebbe – nelle intenzioni dell’esecutivo – coperto dal Comune stesso, finanziandolo con l’accesso al cosiddetto “Conto termico”, un meccanismo di incentivazione che promuove la realizzazione di interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e consentirebbe la realizzazione di una scuola completa di palestra e mensa.
Giova ora fare un passo indietro per comprendere la genesi di un’operazione che sulla carta può sembrare – per le cifre in questione – particolarmente ambiziosa. Tutto inizia col maxi-finanziamento da 3,25 milioni stanziato nel 2019 dal ministero dell’Istruzione per la messa in sicurezza antisismica della “Alighieri”. La giunta Tomasinsig (1 e 2) aveva giocato la carta della devoluzione del contributo: ovvero, destinare quei soldi a un edificio ex novo nell’ex caserma Toti Bergamas anziché ristrutturare la vecchia scuola. Chiaro lo scopo: mettere finalmente un piede nell’ex area demaniale e iniziare a sognare, partendo da una nuova scuola, il suo reinserimento nel tessuto urbano. Ma quell’ipotesi è oggi tramontata. «A quel punto si sono aperte due strade – ribadiscono il sindaco Linda Tomasinsig e l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Pagotto –: la demolizione e costruzione ex novo della scuola, o l’adeguamento antisismico dell’edificio esistente. Lo studio di fattibilità, oggetto di numerosi approfondimenti, ha evidenziato l’opportunità di un intervento radicale, che ci porterà ad avere una scuola moderna, sicura, eco-compatibile ed energeticamente efficiente».
Rimane il nodo del primo finanziamento del Miur: che ne sarà? «A oggi – assicurano – nonostante siano effettivamente decorsi i termini per l’avvio dei lavori, non ci risulta revocato. Quella somma potrebbe venire inglobata nel nuovo progetto, venendo dunque “defalcato”dall’impegno richiesto alla Regione, o semplicemente venire superato dal nuovo finanziamento. Di certo il progetto, per quanto ambizioso, è economicamente sostenibile». Sull’argomento era insorta l’opposizione, che nutre perplessità sulla sua fattibilità. —
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