La scuola Iqbal Masih: 35 lavagne elettroniche cambiano le lezioni

Oggi la festa nell’Istituto comprensivo che raggruppa due elementari e una media. Fondi pubblici e privati
Di Donatella Tretjak

Trentacinque, una per ogni classe. Più tre nelle tre sedi, le due elementari Pertini e Collodi, e la media Rismondo. Trentacinque lavagne interattive multimediali, o se volete più semplicemente elettroniche. Ecco l'Iqbal Masih, la scuola più “2.0” di Trieste («diciamo tra le più multimediali, dai», gongola il suo dirigente scolastico Andrea Avon). E non è stato mica facile conquistarle, queste benedette lavagne. Prima - quattro anni fa - c'è stata la partecipazione al Piano ministeriale (e sono arrivate quattro unità), poi nel 2012 è arrivato il Piano regionale (e via con altre unità), poi ancora si sono raschiati i risparmi della scuola e “abbiamo optato per precise scelte di bilancio”, e alla fine una grossa mano l'ha data il contributo dei privati. Per arrivare, appunto, a 35 lavagne.

E per festeggiare quello che è a tutti gli effetti un traguardo importante per l'Istituto comprensivo oggi alle 11.30, alla Rismondo, ci sarà una sorta di “festa del ringraziamento”, ringraziamento soprattutto rivolto alla Fondazione Brovedani (sarà presente il presidente Raffaele De Riù) con tanto di interventi delle autorità scolastiche e del Comune.

“Nel momento in cui ci sono arrivate le lavagne, ricorda Avon, è lì che abbiamo compreso la potenza del mezzo: la gestione delle lezioni oramai o è interattiva o è un guaio, l'interazione costante serve, piace, aiuta persino i ragazzi in difficoltà, chi rimane un po' indietro. Questo dialogo tra alunni e docenti ci dà dei risultati incoraggianti in termini di impegno, responsabilizzazione, maturazione. Lo abbiamo notato in particolar modo nei ragazzi di prima media: “lavorano” bene perché si accorgono che con questo metodo ci guadagnano in tempo ed efficienza”.

E' per questo che negli ultimi due anni avete aumentato il numero di classi alle medie? Cresce l'interesse dei genitori verso questo tipo di scuola? “Beh, negli ultimi due-tre anni è vero, abbiamo avuto un maggior numero di iscritti, forse questo non si lega a doppio filo alle lavagne, però sì, è innegabile che l'aumento c'è stato”. Saranno contente le famiglie e i ragazzi, ma i professori? “Come tutte le novità, ci sono dei precursori. Noi lavoriamo comunque moltissimo sulla formazione degli insegnanti, li coinvolgiamo, è un processo lento ma andiamo avanti”.

Oltre alla lavagne, è sulla creazione e sviluppo di una vera e propria piattaforma digitale che puntate. Piattaforma che serve a cosa? “Serve a condividere, ad esempio, i contributi di una ricerca, a scaricare i compiti assegnati. C'è sempre un moderatore, in rete abbiamo inserito tutti i ragazzi e tutti i docenti, ed è un sistema sicuro, controllato”.

E dopo il Piano Lim? “Speriamo nel ministero, altrimenti continueremo a cercare finanziamenti sul territorio. L'obiettivo è quello di estendere la piattaforma didattica e di portare i tablet in classe, per ogni ragazzo. Ormai il digitale è “lo” strumento per lavorare”. Ditelo per favore al ministero.

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