La sinistra del Pd chiede chiarezza sulla coalizione
Il menù elettorale del Pd di Trieste non esclude la jota. E questo preoccupa la sinistra dem, minoranza nel partito. All’assemblea provinciale di sabato scorso, quella che ha eletto segretarioil renziano di lungo corso Nerio Nesladek, i civatiani hanno presentato un documento nel quale chiedono chiarezza “gastronomica” sulle alleanze in vista delle elezioni amministrative del 2016 che riguardano Muggia e Trieste. Non amano le maggioranze variabili che vanno di moda con Renzi. «Il Pd deve essere un partito aperto e inclusivo, ma che continui a collocarsi fermamente nell’alveo del centrosinistra» si legge nel documento intitolato “Trieste, orizzonte 2020” che l’assemblea provinciale non ha votato ma ha recepito con l’impegno di discuterlo in una prossima riunione. «È il primo impegno che mi sono preso come segretario “aitante” del partito» assicura Nesladek. «Noi auspichiamo la ricandidatura di Roberto Cosolini a sindaco di Trieste, alla testa di una coalizione di centrosinistra» si legge nel documento dei civatiani che puntano ad ancorare a sinistra anche il secondo mandato del primo cittadino.
«Serve da subito lavorare su temi e priorità che connoteranno il programma al Pd in vista dell’appuntamento del 2016. Farlo nell’ambito di un’alleanza che guardi a sinistra, alle associazioni, alla società civile è per noi un prerequisito se vogliamo mettere al centro ambiente, diritti, inclusione sociale, contrasto alla povertà» spiega Leo Brattoli, coordinatore dei civatiani. «Abbiamo messo le mani avanti per prevenire maggioranze della jota e altro - aggiunge Brattoli -. Siamo stati da principio politicamente contrari a un governo nazionale imperniato sull’alleanza con Ncd e con una stampella a destra e lavoriamo perché questo schema non venga replicato sui territori».
Una linea condivisa dalla sinistra dem cuperliana. «È un documento che condivido. Sulle alleanze sono d’accordo. Il voto di giovedì scorso sulla Ferriera ha dimostrato che la maggioranza esiste. Per quanto mi riguarda la coalizione è quella che c’è in questo momento» dice il consigliere comunale Giovanni Barbo che non ama le variazioni alla jota. I renziani preferiscono, invece, tenersi le mani libere. A partire dal sindaco. «Personalmente mi fa piacere che auspichino la mia ricandidatura - spiega Cosolini -. Il Pd è una forza di centrosinistra. Le alleanze vanno valutate in relazione al progetto di governo. A partire dalle scelte per lo sviluppo». Non sempre scontate a sinistra. «Il documento dei civatiani contiene degli spunti interessanti» aggiunge il segretario Nesladek che non sbilancia sulle alleanze anche se a Muggia governa con Sel e Rifondazione. «Non c’è solo una logica di schieramento. I punti del programma non potranno che condizionare la scelta dei compagni di viaggio» dice Nesladek che parla di “compagni” con un retaggio di sinistra.
«La jota coma la fa mia moglie non la fa nessuno. Non vado a mangiarla in giro, la mangio a casa» aggiunge il segretario del Pd lasciando intendere che sarà difficile vederlo attovagliato da Suban con Ncd, Un’Altra Trieste, il friulano Ferruccio Saro e il concittadino muggesano Roberto Antonione. C’è jota e jota, insomma.
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