La Sissa attira, l’Italia respinge

La scienza a Trieste ha una tradizione ormai più che consolidata. La città possiede infatti molti poli scientifici, tra i quali le Aree di ricerca di Padriciano e Basovizza, il Centro internazionale di fisica teorica di Miramare, l'Immaginario scientifico a Grignano e, tra i più recenti, la Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati), fondato nel 1978. Pochi triestini sono veramente a conoscenza delle ricerche che si svolgono all'interno di questa che può essere a buon diritto considerata la seconda università cittadina dopo quella statale, e pochi hanno idea di quanto e come essa, insieme agli altri istituti scientifici triestini, sia importante per la città.
La sede della Sissa si trova in via Bonomea, sul pendio che porta all'altopiano carsico. L'ideatore e il primo direttore dell’istituto fu Paolo Budinich, già fondatore del Centro internazionale di fisica teorica di Miramare. Nel 1999, con l'acquisizione dell' ex ospedale Santorio, i vari settori sono stati riuniti in un'unica sede. La nuova sede copre oggi un'area di circa 100 mila metri quadrati ed è circondata da un parco di circa quattromila metri quadrati, aperto anche al pubblico e che nei giorni di sole diventa per i ricercatori un’area per il relax o per lo studio.
Nel parco si trova anche una delle più capaci aule magne di Trieste, dove spesso vengono organizzati eventi aperti alla cittadinanza e non necessariamente relativi a temi scientifici, come la conferenza di Noam Chomsky nel settembre del 2012, i cosiddetti Open Days, visite per le scuole, eccetera.
La Sissa ospita circa 600 persone: circa 250 studenti, un centinaio di post-doc, 65 professori impegnati in varie ricerche nei settori delle neuroscienze, della matematica e della fisica, tutti coadiuvati da circa ottanta dipendenti tecnico-amministrativi. Nella sede ogni scienziato ha un proprio ufficio con un computer e una lavagna, molti uffici hanno anche la terrazza vista mare, dove i fortunati docenti possono rilassare la mente.
Gli uffici dei ricercatori non sono disposti per settori disciplinari proprio perché si vuole mantenere elevato il livello di comunicazione tra le varie discipline e tra scienziati provenienti da tutto il mondo. La Scuola collabora non solo con il Centro di Fisica di Miramare e con le aree di ricerca di Padriciano e Basovizza, con le università di Trieste e di Udine, ma anche con altre università italiane ed europee.
Le ricerche vengono finanziate in vari modi. Purtroppo i fondi erogati dallo Stato sono pochi, pertanto i docenti si prodigano per ottenere finanziamenti tanto da privati quanto da aziende e fondazioni. Alcune ricerche sono finanziate dalla Provincia o dalla Regione, molti studenti ricevono anche borse di studio. La maggior parte delle ricerche si svolge quasi esclusivamente all'interno dei laboratori, nei quali si sperimenta la validità delle teorie elaborate. Nei laboratori della Sissa si studiano anche malattie come il morbo di Parkinson e di Alzheimer. Essi sono dotati dei più avanzati e sofisticati macchinari di ultima generazione, come microscopi di vario tipo, laser, o elaboratori di rara capacità di calcolo per le ricerche matematiche e fisiche. Ci sono vari materiali messi a disposizione dei ricercatori e numerose facility per aiutarli nel loro lavoro come il supporto informatico e amministrativo (il che è di grande aiuto soprattutto per gli studenti provenienti dall'estero). I risultati delle ricerche e degli studi vengono regolarmente pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche, quali Nature e Science.
Grande attenzione viene posta alla sicurezza e salute sul lavoro: gli accessi ai laboratori sono garantiti dopo istruzione e agli scienziati vengono messi a disposizione guanti, giubbotti, cuffie per proteggere l'udito, docce e coperte con cui coprirsi in caso di incendio.
La Sissa è comunque frequentata perlopiù da studenti provenienti da altre regioni d’Italia e soprattutto dall’estero. Il fatto di ospitare tanti scienziati provenienti da “fuori” rappresenta comunque per Trieste un vantaggio anche (ma non solo!) economico: molti studenti hanno appartamenti in affitto (e non pochi di essi addirittura finiscono col trasferirsi definitivamente da noi), usano i trasporti pubblici, acquistano nei negozi, consumano nei bar e nei ristoranti...
C’è anche il rovescio della medaglia di molti giovani scienziati che, incalzati dalla crisi che sta piegando l’Italia, dopo aver frequentato la Sissa, si “rifugiano” a studiare all'estero, dove poi trovano anche lavoro. Una perdita per il Paese che li ha formati e che deve indurre il governo a restituire fondi e dignità alla ricerca scientifica.
Erik Gregari
Classe IV A
Liceo scientifico F. Prešeren
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