La Slovenia nella top 20 dei Paesi dove la mobilità sociale funziona

Istituzioni efficienti, stipendi equi, welfare e istruzione: Lubiana è l’unica nazione del Centro e Est Europa nella zona alta della classifica. E stacca anche l’Italia

BELGRADO Siete nati in una famiglia relativamente povera. Vivete magari nella provincia profonda, lontani dalle opportunità e dagli stimoli della grande città, ma ambite comunque a salire i gradini della piramide sociale. La via da seguire per raggiungere l’obiettivo? Forse quella di abbandonare tutto ed emigrare negli Usa a inseguire “l’American Dream”, quel sogno americano che promette di far raggiungere a tutti l’apice della società attraverso il duro lavoro.

Ma quel sogno, se mai esistito, è da decenni soltanto una chimera e la strada potrebbe invece essere un’altra: rincorrere il più vicino “sogno sloveno”. Sì, perché è proprio la Slovenia, oggi, uno dei Paesi al mondo che garantisce al meglio le condizioni per far funzionare l’ascensore sociale, consentendo agli ultimi di salire con più facilità verso la classe medio-alta.

È quanto ha svelato il Global Social Mobility Index 2020, primo indice sulla mobilità sociale sviluppato dal World Economic Forum (Wef) e reso pubblico a Davos. L’indice, ha illustrato il Forum, misura i vari campi che facilitano la mobilità sociale verso l’alto e quanto un Paese offre in situazioni propizie alla crescita dell’individuo. Sono pochi gli Stati che si impegnano su quel fronte, con «la maggior parte delle economie che fallisce nel fornire le condizioni in cui i cittadini possano fiorire», un problema serio «per gli individui e la società». Il risultato: «Le opportunità individuali rimangono correlate allo stato socio-economico di nascita», ha specificato il Wef.

Ma ci sono delle eccezioni significative. Una è data proprio dalla vicina Slovenia, unico Paese dell’Europa centro-orientale, assieme alla Cechia (19.a), a entrare nella top-20 dell’Indice Wef – e Lubiana è prima nel Centro-Est Europa - superando e di gran lunga l’Italia. La Slovenia, con 76,4 punti, si è classificata al 13.o posto a livello globale, lasciandosi indietro potenze economiche come Canada e Giappone (76,1) e Australia (75,1) e tallonando nazioni come Francia (76,7), Germania (78,8), Austria e Belgio (80,1). L’Italia? Solo 34.a, con 67,4 punti – gli Usa sono in posizione numero 27, a 70,4 punti - lontanissima da Lubiana e soprattutto dalle nazioni prime classificate, quelle più mobili socialmente, ossia Danimarca (85,2), Norvegia (83,6), Finlandia (83,6), Svezia (83,5) e Islanda (82,7).

Ma Lubiana ha fatto meglio – e di molto – anche rispetto agli altri Paesi dell’ex Jugoslavia presi in considerazione, e all’Est in generale. Lontanissime sono la “locomotiva” Polonia (30.a), Croazia (36.a), Bulgaria (40.a), Serbia (41.a), Romania (42.a), nettamente staccata l’Albania (54.a su 82 Paesi in classifica).

Su cosa si basa la “ricetta” slovena? Lo si evince dai punteggi nelle categorie che compongono l’indice, con la Slovenia che ha sorpassato la media globale in istituzioni efficienti ed inclusive, stipendi equi, opportunità e condizioni di lavoro, protezione sociale e welfare e soprattutto in tutela della salute e settore formativo. E proprio l’educazione è una delle “armi” vincenti. Lo ha confermato anche uno studio della Banca Mondiale del 2018, che ha svelato che in Slovenia quasi il 20% dei bambini nati negli Anni Ottanta da genitori con medio-bassa formazione è riuscito a salire al top, contro il 12% degli Usa. E il 13% dell’Italia. —


 

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