La stabilità nel testamento di Napolitano
Di questi tempi, un anno fa circa, Letta era al governo in Italia e la parola d’ordine - il richiamo insistito che ci seguiva da quando nell’aprile del 2013 era stato nominato Primo Ministro - era “stabilità”. Lo segnaliamo ai lettori, perché a distanza di circa un anno, Giorgio Napolitano in procinto di abbandonare la Presidenza della Repubblica, ha fatto nuovamente riferimento a questa parola, accompagnando il suo appello con un duro attacco alle pulsioni antipolitiche che minerebbero il Paese.
Tutto ciò lascerebbe supporre che l’anno che ci lasciamo alle spalle, non abbia contribuito a sciogliere il Paese dai suoi mali, che ci sia bisogno di continuità di azione, che le riforme avviate devono trovare il tempo per andare progressivamente a segno, che infine la maggioranza che di fatto governa il Paese non abbia alternative.
Per quanto amara possa sembrare la lezione del Presidente della Repubblica è inevitabile osservare che egli si limita semplicemente a mettere il bollo di certificazione allo stato del Paese.
SEGUE A PAGINA XVIII
Riproduzione riservata © Il Piccolo