La storia di Norma gettata viva nella foiba di villa Surani

RONCHI DEI LEGIONARI. «Storia tragica istriana»: è questo il titolo dell’evento che avrà luogo oggi, alle 19, alla Tenuta di Blasig a Ronchi dei Legionari. L’iniziativa ruota attorno alla storia di...

RONCHI DEI LEGIONARI. «Storia tragica istriana»: è questo il titolo dell’evento che avrà luogo oggi, alle 19, alla Tenuta di Blasig a Ronchi dei Legionari. L’iniziativa ruota attorno alla storia di Norma Di Blasi, morta in circostanze tragiche nell’Alta Istria nel 1943.

Norma è una ragazza di ventitre anni, iscritta al quarto anno del corso di laurea in lettere e filosofia. Sta preparando la tesi. È una ragazza bella, intelligente, benestante, sveglia, emancipata, vitale ed è fortemente italiana.

È nata e vive a Santa Domenica di Visinada. Arriva l’otto settembre del ’43. Per l’Istria e gli istriani ha inizio la salita al Calvario.

Norma è presa e imprigionata da un gruppo armato titino e viene violentata dal gruppo armato titino. La notte del 4 ottobre, festa del Patrono d’Italia, viene gettata nella foiba di villa Surani. Viva.

Nelle guerre sono le zone di confine che spesso pagano il tributo maggiore, spesso sono le prime a essere aggredite, le ultime a trovare pace. Le zone di confine restano terre disputate anche quando, nei palazzi del potere, la pace è fatta. È proprio in quei momenti che sul limes il gioco si fa più duro, si fa più sporco. L’importante è vincere.

L’importante è conquistare più terra nel minor tempo possibile. Tutto ciò che c’è, tra l’intento e la realizzazione dell’obiettivo del popolo aggressore, diritti, esseri umani, i loro luoghi e storia; non ha alcuna importanza. Un popolo può divenire un ostacolo da eliminare: dalla terra e dalla storia.

Una delle prime vittime, dell’allora nascente progetto di pulizia etnica messa in atto della spietata logica titina, è stata Norma. Quella di Norma è una delle tantissime tragedie scritte dalla guerra nelle terre giuliano, istriane, fiumane e dalmate. È una delle tantissime storie terribili di una delle tantissime guerre.

Ma è proprio la storia di Norma nella sua unicità che è presa d’esempio per raccontare l’inconcepibile, quanto inevitabile, storia della brutalità che divora innocenza e bellezza. Per mettere in scena questo lato oscuro ci si è affidati ai valori universali contenuti nella fiaba, dove l’unico diviene simbolo del tutto, di tutte le tragedie che hanno visto e, purtroppo, ancora vedranno soccombere la purezza di fronte alla bestialità.(lu.pe.)

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