La “strage dei delfini” minacciati da un’infezione

Cresce il numero delle vittime con l’ultimo ritrovamento vicino a Zara I primi esami evidenziano la presenza di un morbo. L’esperto: «Situazione grave»
Di Andrea Marsanich





FIUME


Se continua così, il 2012 sarà l’”annus horribilis” per i delfini del Mare Adriatico. Il primo ritrovamento in acque croate di una carcassa di delfino, una Stenella striata (Stenella coeruleoalba), è avvenuto il 17 gennaio, poco al largo dell’Isola di Sansego. Una settimana dopo un’altra carcassa di Stenella ma centinaia di miglia più a Sud, nel braccio di mare antistante l’insenatura Kneza, nell’Isola di Curzola. Sono seguiti ritrovamenti a Porto di Malfi (Zaton), nelle vicinanze di Ragusa (Dubrovnik) e quindi in febbraio a Meleda, poi a Gelsa (Isola di Lesina), anche a poca distanza dall’Isoletta di Bua, mentre l’ultimo caso di rinvenimento di un corpo di delfino senza vita si è avuto il 16 febbraio a un paio di chilometri da Zara.


Solo a Gelsa il decesso ha riguardato un delfino tursiope (Tursiops truncatus), residente fisso in Adriatico, mentre le Stenelle sono abbastanza rare in queste acque. Le morti di questi cetacei non risultano dunque avvenute in uno spazio ristretto ma si sono verificate lungo tutto il versante croato del bacino adriatico, da Settentrione a Meridione, toccando anche la Dalmazia Centrale. Contemporaneamente si sono registrati quattro decessi di delfino nelle acque italiane dell’Adriatico. Le carcasse sono state trasportate a Zagabria, all’Istituto di biologia della Facoltà di medicina veterinaria, dove l’autopsia è stata compiuta dal professor Tomislav Gomercic, che da anni si occupa di scoprire le cause di morte dei mammiferi marini in Croazia.


«Ho riscontrato forti parassitosi in questi cetacei – ha precisato -, quale evidente segno di malattia cronica o comunque di cattive condizioni di salute. Per saperne di più avremo bisogno di ulteriori e approfonditi esami ma sin d’ora mi sembra di potere escludere che i delfini siano deceduti per mano dell’uomo. Certo è che si tratta di una situazione piuttosto preoccupante, causata credo da un’infezione». Gomercic ha rilevato che ogni anno nell’Adriatico croato decedono da una a tre Stenelle e dunque si è di fronte a un quadro anomalo, che va studiato attentamente. «Ringrazio i cittadini per la collaborazione dimostrata nei rinvenimenti – ha aggiunto Gomercic –: un contributo a ciò viene dato dal sito web http://crodolphin.vef.hr, dal quale attingiamo preziose informazioni».


Gli esami autoptici eseguiti al citato istituto zagabrese dal 1990 a oggi hanno riguardato 240 carcasse di delfino, uccisi soprattutto dall’uomo (reti, esplosivi, rifiuti, arpioni e anche armi da fuoco). La legge a tutela dei delfini è molto rigorosa in Croazia e prevede in caso di morte dolosa il pagamento di una pena pecuniaria pari a 35mila kune, circa 4.625 euro.


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Argomenti:delfinidalmazia

Riproduzione riservata © Il Piccolo