La Triestina all’ultimo atto in Tribunale

Alle 10 l’udienza decisiva davanti al giudice Merluzzi. Pontrelli con le spalle al muro: fallimento o nuova proprietà in campo
Le maglie della Triestina appese allo stadio Rocco
Le maglie della Triestina appese allo stadio Rocco

TRIESTE In bilico, tra color che son sospesi. Così la Triestina malata che ieri in casa ha subito da parte della Luparense l’ennesima debacle e oggi si prepara ad affrontare la sfida più importante. Quella dell’incombente fallimento richiesto dai creditori.

Nell’udienza fissata per le 10 nell’ufficio del giudice Riccardo Merluzzi, Marco Pontrelli (iniziata un quarto d'ora dopo a causa dell'arrivo in ritardo dello stesso Pontrelli) non avrà più carte da giocare. È l’ultimo atto di un penoso spettacolo che va avanti da oltre sei mesi. Questa volta glielo hanno detto chiaramente: Pontrelli non potrà chiedere rinvii più o meno tecnici. Dovrà presentare il piano salvezza per evitare il crac dell’Unione 2012. In sostanza dovrà spiegare esattamente dove troverà i 600mila euro per ripianare il rosso e come eventualmente potrà riuscire a convincere i creditori a firmare un atto di desistenza, insomma a tirarsi indietro e dargli così fiducia.

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La maglietta scrostata della Triestina campeggia allo stadio Rocco: il simbolo dello stato dei rossoalabardati (foto Lasorte)

Ma una volta superato il primo non facile scoglio Pontrelli dovrà anche convincere il pm Maddalena Chergia a non chiedere il fallimento. Non sulla base dei debiti, ma piuttosto tenendo conto della solidità e della potenzialità dell’azienda Unione 2012. Dovrà dimostrare che riuscirà a farcela con le proprie gambe.

Un’impresa difficile, senza dubbio. Perché in queste ultime settimane il debito di 600mila euro è terribilmente lievitato. E la rosa dei giocatori si è drammaticamente spogliata. Ieri, per esempio, hanno giocato gli undici titolari e in panchina c’erano solo ragazzi della formazione juniores.

Lo scopo del Tribunale è quello di chiudere la partita al più presto, già stamattina, in modo tale da consentire, qualunque sia l’esito - fallimento o entrata in campo di un nuovo acquirente (leggasi Cri.Ma costruzioni e D&M Srl riconducibili alla famiglia Di Piero, ma anche l’Alimentare holding di Andrea Troiani o la cordata Milanese & Biasin, che però fino a venerdì non si era appalesata ufficialmente) -, di modificare la rosa vendendo o acquistando nuovi giocatori. E quindi ripartire o almeno tentare. Per così uscire finalmente da quello stato definito comatoso. Sospeso, appunto.

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D’altra parte lo stesso collegio della sezione fallimentare del Tribunale civile presieduta da Arturo Picciotto e composta dai giudici Riccardo Merluzzi e Daniele Venier, in calce al decreto in cui, giovedì 10 dicembre, aveva fissato urgentemente l’udienza per oggi, ha scritto che non può più «permanere una situazione di incertezza».

Dopo la decisione di oggi, qualunque essa sia, ci sono appena tre giorni di tempo per tentare di costruire la Triestina di domani. Anche questo hanno scritto a chiare lettere i giudici nel decreto in cui si è fissata l’udienza in modo tale da «non sovrapporsi con la scadenza dei termini federali che potrebbero risultare decisivi per la prosecuzione dell’attività nel corso della corrente annata agonistica».

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