La vedova di Slataper ai vertici dell’impresa

Luisa Carniel entrò in azienda nel 1928 e ci rimase per decenni. Perse marito e figlio nelle guerre mondiali

Toccò a Cesare Pagnini, in qualità di studioso delle vicende triestine, ripercorrere la storia della Smolars in un volume pubblicato nel 1972, quando scoccò il centenario dell’azienda.

Nella ricostruzione delle vicende societarie alcune pagine sono dedicate a Luisa Carniel, un simbolo del dolore e dei lutti provocati dal duplice conflitto mondiale. Perchè nel primo perse il marito, lo scrittore Scipio Slataper, autore del “Mio Carso”, che rimase ucciso combattendo sul Podgora/Calvario nel 1915 a soli 27 anni. Slataper aveva scelto di passare il confine e di arruolarsi nell’esercito italiano: alla memoria gli venne conferita la medaglia d’argento al valor militare.

Proprio nel 1915 nacque il figlio di Luisa e Scipio, figlio al quale la vedova diede lo stesso nome del padre. Padre e figlio accomunati dallo stesso destino di morte in battaglia: nel gennaio 1943 Scipio Secondo perse la vita sul fronte russo ed ebbe la medaglia d’oro al valor militare.

La prima guerra mondiale determinò pesanti conseguenze sulla stessa vita imprenditoriale, perchè i Carniel si schierarono su posizioni irredentiste e per la Smolars non furono anni facili: chiese la messa in liquidazione, ma il Tribunale respinse la domanda e allora si cambiò la ragione sociale che divenne “Morpurgo, Selinger & Co.”. Nel 1919, al termine del conflitto, l’azienda tornò alla denominazione originaria.

La famiglia Carniel - ricorda Pagnini - si ricompose: «Ritornò da Roma coi genitori Luisa Slataper, vestite di quelle gramaglie che non smetterà più per la morte del marito».

Luisa entrò in azienda nel 1928 e si può dire che non ne uscì mai, perchè, dimessasi dalla carica di amministratore delegato nel 1963, rimase prima presidente effettiva per poi assumere la guida onoraria. Si spense nell’ottobre 1969: «Integerrima amministratrice ed animatrice dell’azienda - così la descrive Pagnini - fu donna di profonda e vasta cultura, che ritenne suo dovere, quando se ne presentò la necessità, di tralasciare ogni più ambita e congeniale attività, per sorreggere e affiancare il fratello».

Già dai primi anni ’60 Smolars aveva avvicendato la cabina di regia, dove capo-azienda diviene Paolo Paladini.

magr

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