La vendetta dei colonnelli azzurri contro il sindaco “pupillo” del Cav

TRIESTE. Mai troppo dentro al partito, nemmeno quando il manuale lo imporrebbe. Il giorno in cui Forza Italia ha votato per Riccardo Riccardi candidato presidente della Regione, Stefano Balloch non c'era

TRIESTE. Mai troppo dentro al partito, nemmeno quando il manuale lo imporrebbe. Il giorno in cui Forza Italia ha votato per Riccardo Riccardi candidato presidente della Regione, Stefano Balloch non c’era. E così, quando c’è stata l’occasione di un mini-ribaltone nelle liste per le politiche, il coordinamento regionale berlusconiano non ci ha messo troppo a cancellare il suo nome e scrivere quello di Franco Dal Mas, lui sì un allineato.

È successo tutto in poche ore. Sabato Balloch era il capolista al Senato. Domenica sera, così almeno hanno fatto trapelare i vertici azzurri, pure. Ma ieri mattina è spuntato il pordenonese Dal Mas, che sembrava destinato alla Camera, in una posizione comunque favorevole, subito dietro alla capolista Sandra Savino, e si è ritrovato addirittura al numero uno del listino del Senato. Blindato.

«Gliel’hanno fatta pagare», dice un bene informato di casa azzurra osservando che Balloch avrebbe potuto essere inserito dietro a Savino, in una posizione appunto utile per l’elezione visto che la coordinatrice regionale si ritrova anche candidata in un collegio, quello Codroipo-Alto Friuli, in cui sarà fuori casa, lei che è triestina, ma con il centrodestra dato in netto vantaggio. E invece no, il sindaco di Cividale è evaporato in una notte.

Ma perché gliel’avrebbero fatta pagare? E chi? Il motivo è politico e personale. Innanzitutto ci sono i comportamenti dissonanti di Balloch rispetto alla linea del coordinamento regionale guidato da Savino, Riccardo Riccardi e Massimo Blasoni. Non c’è solo l’assenza nella serata dell’incoronazione del capogruppo, a palazzo Kechler (proprietà Blasoni), questione solo formale, ma anche la mancata partecipazione alla battaglia madre della legislatura contro le Uti. Perché Cividale, mentre decine di altri sindaci andavano al Tar tuonando contro la riforma, è entrata nell’Unione territoriale, quella del Natisone. Con Balloch che ne è pure diventato presidente.

Prima ancora di andare per conto suo sulle Uti, il sindaco aveva piazzato tra l'altro un colpo che aveva non poco infastidito i vertici regionali. Era il 2013, pochi mesi dopo la sconfitta elettorale, ed ecco che Balloch si ritrova, unico azzurro Fvg, a Villa Gernetto, al casting organizzato da Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Troppo presto, allora, per immaginare prove di candidatura, ma in quell’occasione le gerarchie del partito dovettero prendere atto di un volto nuovo in rapida scalata. E dopo che nei mesi scorsi aveva iniziato a circolare la voce di un Balloch candidabile sia per la Regione sia per il Parlamento, nessuno si è stupito, a un passo dalla chiusura delle liste, di trovarselo blindato nel listino del Senato. Prima che Savino e Riccardi, a Roma, riuscissero nella zampata di inserire Dal Mas in quella posizione e il consigliere regionale Roberto Novelli, che è anche consigliere comunale cividalese, al numero due della Camera.

A Roma Balloch avrebbe trovato nei banchi del Pd di Palazzo Madama l’amico Tommaso Cerno. E invece, strani incroci delle liste blindate, si ritrova fuori. Non poco amareggiato, a quanto si racconta. «Venerdì inauguro a Cividale il festival della giustizia e dell’informazione e farò un commento sulla vicenda», si limitava a dire ieri. Mentre Savino e Riccardi, con la regia di Giulio Camber dietro le quinte, archiviavano una vittoria quasi completa, non fosse per aver visto respinta dai vertici nazionali la candidatura di Blasoni. Una perdita importante (soprattutto a Udine, dove ci sono le comunali), cui si è cercato di porre subito rimedio promuovendo Novelli in lista. Non un blasoniano di ferro, sarebbe troppo, ma un forzista fedele che può recuperare una parte delle preferenze che avrebbe garantito l’imprenditore.

Per l’asse Savino-Riccardi, adesso, il compito di sanare le ferite, che pure ci sono, e di chiudere prima possibile il nodo del candidato presidente. Evitando il rischio di ritrovarsi contro non solo Balloch, ma anche Manuela Di Centa. Delusa al punto da provare a giocarsi la partita? (m.b.)
 

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