La vergogna provata da una “vittima collaterale”

Replica all’avvocato sulla professionalità e la dignità della famiglia serba
Di Paolo Rumiz

di PAOLO RUMIZ

Non sarei tornato sull'argomento, ma mi trovo obbligato a rispondere alla lettera dell'avvocato Alfredo Antonini in merito al mio commento sul grave furto che egli ha subito.

Sono obbligato a farlo per una questione formale, che però si rivela densa di sostanza. Ho parecchi anni più di questo signore, e non lo conosco, eppure egli mi impartisce una lezione usando paternamente il “tu” come una pacca di compatimento sulla spalla.

È da qui che voglio partire.

Ritengo che questa sua scelta disinvolta, cui non mi sogno di adeguarmi, si inserisca perfettamente nella logica del suo discorso, che rivendica per se stesso non solo il ruolo – che nessuno gli contesta – di vittima principale, ma anche quello di unico benefattore nei confronti di una collaboratrice (alludo ovviamente alla suocera del principale indagato, perché è solo a lei che ho pensato), come se da costei egli non fosse stato anche beneficiato in 23 anni di servizio a tempo pieno.

Premesso che finora ho avuto più sorprese negative da avvocati che da operai, mi piace rimarcare che agli stranieri che lavorano o hanno lavorato in casa mia io non do del “tu” e non faccio alcuna beneficenza, ma pago il dovuto in un rapporto paritario di mutuo rispetto a trasparenza contrattuale. Mi ritengo gratificato dalla loro professionalità e li penso capaci di sentimenti, quindi anche di dolersi di un'offesa o di un'umiliazione. Nel caso della signora in questione, fatico a capire perché non possa essere definita vittima collaterale di questa storiaccia: vittima in primo luogo del probabile tradimento di una mela marcia in famiglia, poi di un naturale sospetto di connivenza, e infine di un'accusa di mancata solidarietà nei confronti del derubato. Se questa signora si è ammalata e tace è, ne sono convinto, non per complicità indiretta, ma per un sentimento che i codici non tengono in considerazione e che questo Paese di ladri ha perduto da tempo.

La vergogna.

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