La Via Crucis dimenticata “degli artisti” risorge nella cappella del Mercaduzzo

LA storia
Quattordici piccole opere d’arte che raccontano la passione, morte e resurrezione di Cristo. Quattordici tele preziose che hanno spesso vissuto in esilio, o certamente lontano dalla loro collocazione originaria. Ma da qualche giorno c’è una nuova vita per la “Via Crucis degli Artisti”, una collezione di opere realizzate da 14 – come le stazioni del percorso doloroso di Gesù – pittori triveneti 30 anni or sono. Le tele della Via Crucis, per interessamento del “mecenate” di allora, l’architetto Franco Bonanno, e del parroco dell’Unità Pastorale del Santissimo Salvatore don Gilberto Dudine, hanno trovato una nuova collocazione nella cappella “Pio X” della chiesa di Santo Spirito al Mercaduzzo.
La vicenda della collezione raffigurante la Passione e Ressurrezione di Cristo è stata indubbiamente travagliata. Essa venne donata alla comunità parrocchiale dagli artisti, sia cattolici che atei, radunati a suo tempo da Domenico Ripellino, indimenticato pittore nonché responsabile della Galleria Rubens. L’obiettivo era quello di impreziosire la chiesa di San Valeriano, nel borgo Basiol, ove avrebbe dovuto essere esposta permanentemente. All’appello di Ripellino e di un altro grande artista gradiscano, Gianni Anglisani, risposero Silvio Bressan, Nucci Clemente, Giovanni Di Puglia, Roberto Joos, Marina Legovini, Cesco Magnolato, David Marinotto, Enzo Raposelli, Gina Roma, Vittorio Ruglioni, Paolo Tonzar, Giancarlo Tortul e Diego Valentinuzzi. Tutti artisti rispettati, non solo a livello locale, che con diverse tecniche e sensibilità raccontarono – a titolo gratuito – ciascuno una stazione della Via Crucis. A finanziare l’operazione, come detto, fu Franco Bonanno che con il socio Sandro Vanello volle donare alla comunità le cornici e le targhette delle singole opere e la stampa del catalogo (“Il Cammino dell’Uomo”, oggi quasi introvabile).
Nessuno poteva immaginare che da lì sarebbe iniziato un lungo esilio: dopo qualche anno – era il 1994 – la parrocchia decise di trasferire i quadri nella chiesetta del cimitero comunale di via dei Campi, con tanto di cerimonia pubblica sostenuta dal Lions Club e da un istituto di credito. Lì rimase per qualche anno, per poi fare ritorno nella “sua” San Valeriano. Ove rimase sino al 2003. Ma un nuovo trasloco stava per attenderla: venne sostituita con una nuova Via Crucis artistica, quella altrettanto suggestiva e apprezzata della gradiscana Rita Marizza che tuttora campeggia nella chiesa di via King.
Che ne fu della “Via Crucis degli Artisti”? Per qualche tempo – troppo – finì in qualche scatolone, poi venne “confinata” in una cappella secondaria di San Valeriano. Non senza polemiche: ad esprimere amarezza per l’esilio della Via Crucis fu, con la profondità d’animo che tutti gli riconoscevano, proprio una delle “anime” del progetto, Gianni Anglisani: «Non si può cancellare – scriveva al giornale nel 2003 – l’umile contentezza degli artisti per un lavoro eseguito in cambio dell’unica, impagabile moneta: la gioia di donare, di partecipare ad altri parte di sé stessi, nella speranza che anche da una sola pennellata nata dalla meditazione sul tema assegnato, altri potessero riconoscere parte di sé».
Ora dunque la Via Crucis vivrà altrove. Don Dudine, interessatosi della vicenda grazie a Franco Bonanno, ha voluto trovarle collocazione nella luminosa cappella Pio X del Mercaduzzo. «Ci accompagnerà nel tempo di Quaresima, perché qui svolgeremo la Via Crucis ogni mercoledì alle 17.30. I gradiscani potranno tornare ad apprezzare questo splendido insieme di opere realizzato da tante personalità diverse», assicura il sacerdote. –
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