La vita e i viaggi della speranza

Dalla fine del 2013, l'Italia per far fronte all'eccezionale affluenza di immigrati dal Africa settentrionale ha messo in atto un operazione chiamata Mare Nostrum. Questo grande flusso di migranti è dovuto al fatto che le persone cercano di allontanarsi dalla guerra e dai problemi economici, che i loro Paesi hanno avuto e hanno ancora oggi. Scappano dall'Egitto dove c'è stata la guerra civile, dalla Libia dove c'è stata la rivolta contro Gheddafi, e tra le varie fazioni per la supremazia nel paese, dalla Tunisia e dal Marocco dove ci sono acuti problemi sociali. Accanto a queste popolazioni del Nordafrica si sono aggiunte negli ultimi periodo anche quelle provenienti da terre più lontane come il Sudan o altri paesi sub sahariani.
L'operazione militare e umanitaria Mare Nostrum è cominciata a seguito della tragica morte, nell'ottobre 2013, di 366 persone che stavano attraversando il Mediterraneo.
L'intervento è stato sviluppato per evitare il ripetersi di queste tragedie, per salvare il maggior numero di migranti possibile e per assicurare alla giustizia i trafficanti che approfittano della situazione difficile di queste persone.
Le persone che attraversano il mare, sono stipate su barconi di fortuna, tutti ammassati, in pessime condizioni igieniche e con tutti i rischi che la navigazione lontano dalla costa comporta. Inoltre sono sottoposti al pericolo di essere gettati in mare, o abbandonati dai trafficanti qualora le condizioni della traversata diventino sconvenienti per questi ultimi.
Per questa operazione, l'Italia a speso 9 milioni al mese di euro coinvolgendo la marina militare, l'aeronautica, carabinieri, guardia di finanza, capitanerie di porto, corpo militare e le infermiere volontarie della Croce rossa italiana; e ha salvato più di 100 mila persone con 558 interventi e 728 arresti.
In quest'anno in cui l'Italia si è presa l'impegno di salvare tutti quelli che trovava in mare, i dibattiti fra Roma e Bruxelles sono continuati, con l'Italia che chiedeva più sostegno, ritenendo la questione un problema europeo, ma gli altri Paesi esitavano a collaborare.
Il progetto è iniziato il 18 ottobre del 2013 e ha chiuso un anno dopo il 31 ottobre 2014 quando la commissaria europea degli affari interni Ccecilia Malmström ha presentato il progetto Triton considerato come "la più grande operazione marittima dell'Unione europea". A Triton hanno aderito i 21 paesi dell'Unione mettendo a disposizione quattro aeri, un elicottero, quattro barche e tre pattuglie, investendo 2,9 milioni al mese. Ma questo è poca cosa rispetto a quanto l'Italia aveva investito mettendo in campo trentadue navi della marina militare italiana, due sottomarini, aeri ed elicotteri,e muovendo novecento soldati al giorno e tutti i volontari. Triton verrà affidato all'agenzia Frontex il cui scopo è il coordinamento e il pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime, terresti degli stati Ue; ma verrà coordinato dall'Italia, e si limiterà al controllo delle frontiere marittime, e non di ricerca e soccorso.
La chiusura di Mare Nostrum da parte del ministro dell'interno Angelino Alfano ha suscitato grandi polemiche perché Triton, secondo il capo della Frontex, Fernandez, "ha uno scopo diverso che il soccorso e la ricerca" e a anche aggiunto che "in caso vengano recuperate persone, esse vengano portate in Italia perché è essa a coordinare le operazioni e che non vale il principio della nazionalità dell'unità che compie il salvataggio". E in più aggiunge che l'impegno dell'agenzia finisce "nel momento dello sbarco di queste persone sul suolo Italiano; tutto il resto compete a scelte politiche in sede europea". Quindi Triton dovrebbe essere solo un aggiunta a Mare Nostrum.
Amnesty Italia ha scritto al presidente del consiglio Matteo Renzi e ad Alfano affinchè il progetto Mare Nostrum non chiuda perché convinta che con Triton le cose non migliorerebbero, e che Mare Nostrum non dovrebbe essere ridimensionato ma dovrebbe essere potenziato e sostenuto da tutti i paesi appartenenti all'Unione europa.
La domanda sorge spontanea: sapendo che l'Italia ha salvato tante vite umane investendo tanto è giusto che l'Europa, costituita da molti Paesi, non spenda e non si impegni altrettanto?
Lisa Bregant
IV B istituto magistrale
Giosuè Carducci
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