La Vitovska 2017 di Zidarich tra i migliori 50 vini d’Italia per il secondo anno di seguito

Un altro prestigioso riconoscimento al viticoltore di Prepotto «Ho investito tutto lavorando senza sosta per un decennio»

IL PERSONAGGIO



L'unico vino della Venezia Giulia tra i migliori 50 vini d'Italia arriva da Prepotto. La Vitovska di Benjamin Zidarich, per il secondo anno di fila, è stata inserita nel Best italian wine awards (Biwa), il premio che dal 2012 incorona il best vinicolo del made in Italy.

Le 50 etichette italiane in classifica vengono selezionate ogni anno da un comitato tecnico internazionale composto da giornalisti, critici ed esperti che affiancano gli ideatori di Biwa, Luca Gardini e Andrea Grignaffini, nei tasting alla cieca di oltre 350 referenze. Come nel 2018, il migliore dell’anno è stato il Sassicaia, ideato da Mario Incisa di Rocchetta, allevatore di cavalli piemontese operativo a Bolgheri, in Toscana. L'argento è andato in Piemonte, ad un Barolo, il Monvigliero 2015 di Burlotto.

Per vedere un prodotto del Friuli Venezia Giulia bisogna scalare la classifica sino al 27mo posto occupato da Dario Coos con il suo Picolit 2016 dei colli friulani. Il primo vino giuliano è invece 43mo ed è la Vitovska 2017 di Benjamin Zidarich. Il vino bianco più buono della regione arriva dunque dal Carso, e nello specifico da uno dei maestri del vino della provincia di Trieste che recentemente ha festeggiato il decennale dall'inaugurazione ufficiale della nuova cantina sita nella sua Prepotto. Un locale, scavato interamente nella roccia, con una profondità di 20 metri, una delle mete preferite non solo dai triestini, ma anche dai tanti turisti italiani e stranieri che si recano nella verde frazione del comune di Duino Aurisina.

«Da inizio Ottocento la mia famiglia è sempre stata dedita alla cultura del vino. Nel 1988 io ho iniziato il primo imbottigliamento puntando sempre sulla qualità e sulle risorse del territorio, che offre grandi potenzialità anche ai nostri giovani», racconta Zidarich. Come ha spiegato il critico enologico Luciano Ferraro, «la Vitovska di Zidarich è longeva: quella del 1996 ha ancora sapidità e acidità sostenuta. La 2015 è fruttata, artigianale ed elegante insieme, ricorda il miele e gli agrumi. Il Terrano è sapido e ricco di profumi».

Zidarich sorride di fronte al riconoscimento appena ottenuto: «Ho investito tutto lavorando senza sosta per un decennio. Qui non servono condizionatori: la temperatura è costante, 13-14 gradi con il 70-80 per cento di umidità. Qui nascono i nostri vini. Qui la pietra è tornata nel suo posto naturale dopo gli scavi. I pilastri con le figure delle quattro stagioni sono stati scolpiti con questo materiale. Ognuno differente, perché nel Carso non c’è nulla di dritto. Ogni pietra è diversa. Se rispetti la natura, se ti allontani dai metodi convenzionali, il vero valore è la diversità». —



Riproduzione riservata © Il Piccolo