La voglia di riscatto della renna Rudolph

Sotto il costume della renna Rudolph - ma, al caso, pure sotto gli abiti di San Nicolò o di Babbo Natale - si nasconde una storia fatta di sofferenza, tenacia e riscatto. In queste settimane a Trieste, queste tre figure stanno animando il clima natalizio, rallegrando soprattutto i più piccoli ma strappando un sorriso anche a chi non è più bambino. Ad indossarne di volta in volta i panni è Ernesto Feletti, 34enne triestino, professione animatore per bimbi, che da decenni ormai regala emozioni a feste, compleanni, iniziative di aggregazione.
Per comprendere quanto il suo lavoro sia apprezzato, basta pensare che in un anno viene chiamato a rallegrare circa 300 compleanni, quasi uno al giorno. Non c'è bimbo a Trieste che almeno in un'occasione, magari anche per strada o all’asilo, non abbia incontrato Ernesto. E lui, il trentaquattrenne, confessa di divertirsi ed emozionarsi ogni volta tanto quanto loro.
Ma come è nata questa passione trasformatasi poi in un vero e proprio lavoro, attraverso anche l’azienda “Ernesto animazione” creata 12 anni fa? La storia di Ernesto colpisce e aiuta a cogliere dettagli del suo modo di fare che altrimenti verrebbero ignorati, perché quella sua vivacità, quell'entusiasmo e tanta passione per i festeggiamenti sono frutto di un riscatto, del desiderio di rivincita del giovane. «Alla scuola elementari, la Fran Milcinski con insegnamento della lingua slovena, in classe eravamo in tre, - ricorda Ernesto -. Poi gli altri due miei compagni hanno cambiato scuola e io sono rimasto da solo. Una classe, un alunno. Gli altri bambini della scuola invitavano i loro compagni alle loro feste di compleanno e venivano a loro volta invitati alle loro. Io, senza compagni di classe, restavo sempre escluso». Non basta: «Ho due sorelle di 4 e 5 anni più grandi - spiega - si vergognavano di farmi partecipare alle loro feste proprio perchè troppo piccolo e anche in quel caso venivo escluso. Inoltre, visto che la mia famiglia ha avuto dei problemi, sono stato messo in un collegio. Vivevo lì 7 giorni su 7 mentre gli altri ragazzi presenti il fine settimana tornavano in famiglia. Io restavo solo in quell'istituto. Un trauma».
Lì ha maturato un forte desiderio di rivincita, che l’ha spinto già da adolescente a prendere in mano la sua vita. «A 15 anni ho iniziato a partecipare ai primi compleanni e lì, come pure in seguito durante gli spettacoli nei centri estivi dove facevo l'animatore, mi divertivo da pazzi: finalmente ero al centro di una festa, venivo chiamato e invitato, perché divertivo». È così che negli anni Ernesto ha fatto di quel suo divertimento un lavoro. Prima al servizio di altre ditte di animazione, associazioni, poi aprendo una propria impresa. «Quando mi ingaggiano sono felice, - ammette - significa che qualcuno mi vuole, mi apprezza e questa è la mia vera riscossa. La festa di ogni bambino è la mia festa, così ho recuperato tutti quei compleanni che mi sono visto negare. Visto che la vita non mi ha regalato molta felicità, vado io a regalarla agli altri e in qualche modo faccio del bene anche a me stesso».
Il periodo più impegnativo dell'anno per Ernesto è il Natale. La notte di San Nicolò e di Natale viene chiamato a portare i regali in decine di abitazioni. Durante le feste veste poi i panni di personaggi come il biscotto pan di zenzero Shrek, Olaf e, quest’anno la renna Rudolph, che sta sfilando un po’ in tutte le strade, facendo impazzire oltre ai bambini anche i frequentatori della movida che si divertono a farsi i selfie con il pupazzo. «I miei parenti mi davano del fallito quando ho iniziato a fare questo lavoro, - racconta -. mi dicevano “cosa te pensi che te viverà con le feste?”. Ora conquistare nuovi clienti, venir appezzato e crescere professionalmente è importate, è il mio riscatto. I guadagni danno ovviante un senso a quello che faccio, ma le emozioni sono la cosa più impostante che incasso». —
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