L’Accademia della Malvasia premia l’azienda Raccaro

CORMONS. Mentre s’assiste a preoccupanti estirpazioni di vitigni altamente vocati quali Tocai, Pinot bianco, Merlot e altri ancora per far posto al dilagante Prosecco, i produttori del Cormonese, per contro, ripensano seriamente a valorizzare il patrimonio autoctono, costituito da varietà che nei secoli hanno contribuito a far conoscere queste terre nel mondo. Nel cuore del Quarin e più precisamente vicino alla chiesetta di S. Apollonia, alla Tenuta Dario Raccaro, da 5 anni ha preso corpo l’ Accademia della Malvasia , laboratorio informale in cui viticoltori e degustatori della regione si confrontano per valutare i progressi tecnologici di tale importante varietà che dal 1300, risalendo dalla Grecia via Dalmazia, Istria e Carso ha trovato terreni e microclimi ideali nelle colline goriziane.
All’azienda Mauro Drius (pure produttore di grandi vini), 20 degustatori altamente professionali si sono cimentati nella valutazione organolettica (ribattezzata “Malvasiade”, acronimo d Olimpiade della Malvasia) di 12 Malvasie vendemmia 2013 delle zone doc Collio, Colli Orientali, Isonzo, Carso e Aquileia. Gli assaggi di campioni, rigorosamente anonimi, sono stati coordinati da Giulio Colomba, già vicepresidente mondiale di Slow Food e dall’enologo Claudio Fabbro. Come precisa il presidente dell’ Enoteca di Cormons, Dario Raccaro, «le finalità di questo tipo d’incontri tecnici non sono quelle di distribuire medaglie bensì di raccogliere utili elementi ed esperienze agronomiche ed enologiche per migliorare sempre di più la qualità della Malvasia, per candidarla a varietà bandiera di un territorio che può dare il meglio partendo dal di dentro, innovando seriamente le proprie radici senza prestare il fianco a ricorrenti mode varietali d’ importazione, “bollicine” comprese» . Per la cronaca il punteggio più elevato (364 punti) è andato all’ Azienda Raccaro di Cormòns, seguita da Muzic di San Floriano del Collio (331) e Mulino delle Tolle di Bagnaria Arsa (328). Considerata la risonanza che tale iniziativa ha avuto in questi anni vignaioli e tecnici presenti all’evento hanno concordato di dedicare, in un prossimo futuro, eguale attenzione al Tocai friulano e al Pinot bianco in sofferenza di mercato, causa la moda del Prosecco e del Pinot grigio. (l.m.)
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