Lacrime, onori militari e la “sua” canzone nell’addio a Marianna

«Siamo anime in una storia incancellabile, per le infinite volte che mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote...», fanno raggelare il sangue le strofe della canzone di Giorgia, “Gocce di memoria”, diffuse dagli altoparlanti della chiesa di Borgo San Sergio al termine della toccante cerimonia funebre svoltasi ieri mattina per l’estremo saluto a Marianna Pepe, morta lo scorso 8 novembre per cause ancora al vaglio degli inquirenti.
Una cerimonia semplice, co-officiata dal parroco del rione, Lorenzo Maria Vatti, assieme a don Sigismondo, cappellano militare del Piemonte Cavalleria, in cui l’ex campionessa di tiro a segno nella specialità carabina sportiva era arruolata con il grado di caporalmaggiore scelto. Momenti solenni intervallati ad altri di estrema semplicità, entrambi intrisi delle lacrime dei presenti. Quella che era la canzone preferita di Marianna arriva subito dopo un’altra, toccante, circostanza: quando il picchetto d’onore suona il silenzio d’ordinanza.
Nonostante la giornata ghiacciata dallo sferzante vento di bora, la chiesa di Borgo San Sergio è colma dell’affetto che amici (tra cui Valentina Turisini, direttore tecnico della nazionale di tiro a segno), parenti e commilitoni hanno voluto tributare a Marianna in questo suo ultimo viaggio. Volano calde e toccanti le parole dei due sacerdoti: «Ci sentiamo profondamente svuotati nell’animo – queste le parole del cappellano – perché separati bruscamente dalla presenza della nostra sorella Marianna, sentendoci come se ci fosse stato rubato improvvisamente qualcosa di insostituibile, come lo è la vita di Marianna. Il tuo affetto è il nostro sentiero e la famiglia dell’Esercito italiano ti dice grazie e si stringe addolorata ai tuoi famigliari. Da adesso non possiamo più gridare “campionessa vinci per noi”, ma possiamo solo chiederti di pregare per noi e di vegliare sul tuo figlioletto di 5 anni».
A prendere subito dopo la parola un’amica d’infanzia di Marianna, l’unica a farlo fra i presenti, che con la voce stroncata dal pianto così la ricorda: «Ti abbiamo voluto bene tutti dal profondo del cuore. Sempre. Chiudo gli occhi e mi torna in mente quando eravamo piccole e giocavamo assieme spensierate. Non è così che doveva finire...». —
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