Ladri di esche vive saccheggiano le reti sui pontili di Grado

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Ladri scatenati a Grado. Non per rubare gioielli o denaro ma per portar via “guati” (ghiozzi). Sembra incredibile che ci si perda in queste piccolezze ma è ciò che sta accadendo. Ghiozzi rubati per essere utilizzati come esche vive per la pesca in laguna.
Terminata la pesca delle “corbole”, i piccoli crostacei che sono le esche migliori ma in questa stagione vanno più a fondo diventando impossibili da catturare, è arrivato il momento della pesca dei “guati” (in dialetto gradese si chiamano anche “go”). Gli appassionati pescatori gradesi, puramente dilettanti, con la togna a mano li pescano lungo le rive, oppure calano le “nasse” dove, attirati dai granchi, i “guati” finiscono dentro. I “guati” devono rimanere vivi, dunque, per diventare perfetta esca, utile a catturare branzini o rombi in laguna. I pescatori dilettanti li mettono in apposite “nasse” calate in mare e legate alle loro barche ormeggiate lungo i pontili dell’Isola, in attesa di fare le battute di pesca in laguna. Solo che nottetempo si mettono all’opera i cosiddetti “predatori” (così sono stati battezzati), a far razzia di “guati” per aver disponibile l’esca senza fare alcuna fatica, ovvero senza perdere tempo.
«Si tratta perlopiù – affermano alcuni pescatori – di persone che non vanno a pescare in laguna per divertimento e per portare a casa un po’ di pesce». Se vogliamo, dunque, si tratta di furti che avrebbero un preciso scopo finale. È indubbiamente una curiosità ma va segnalata poiché peraltro alcuni pescatori gradesi dilettanti hanno visto incredibilmente prosciugarsi nottetempo anche le loro taniche di carburante. Insomma qualcuno è andato a rubarlo. Il tutto, comunque, senza fare denuncia alcuna perché si tratta in ogni caso di poca cosa. Ma intanto le voci circolano e forse solamente il fatto che questo “fenomeno” venga rilevato potrebbe essere un deterrente per questi “ladri di esche”.
Non ci sono proprio altre esche? I pescatori rispondono semplicemente che il pesce di laguna è abituato a cibarsi unicamente di ciò che vi trova, e le stesse esche adoperate in mare non avrebbero sicuramente successo. Per fare un esempio, il pesce della Trezza è abituato ad altri cibi.—
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