Ladri di fiori in cimitero, vigilanza rafforzata a Monfalcone
In aumento le segnalazioni di furti. La Polizia locale corre ai ripari e ripristina i controlli da parte di agenti in borghese

Rubare ai morti è come sottrarre le caramelle a un bambino. Ma è, purtroppo, un fenomeno sempre esistito. Succedeva qualche anno fa e accade pure oggi, facendo infuriare i parenti che si recano al camposanto e non trovano più i fiori deposti sul loculo del caro estinto la volta prima. C’è di peggio, per carità.
Da altre parti d’Italia saltuariamente la cronaca dà conto dei tombaroli, i profanatori di sepolture per trafugare reperti archeologici. Ma anche il furto di una rosa, fa male. Specialmente a chi porta la croce del lutto e si sente smarrito dalla perdita di un coniuge o un figlio, con cui ha condiviso l’esistenza e si vede offeso dallo squallido gesto.
Proprio per venire incontro a queste persone, private di una pianta, la Polizia locale di Monfalcone punta a ripristinare controlli in borghese al cimitero di via 24 Maggio, per cogliere in flagranza, col crisantemo in mano, il ladro. Del resto, anche se mancano ancora alcune settimane, ci si avvicina lentamente al periodo dell’anno in cui i cimiteri vengono presi d’assalto, appunto per deporre una gerbera sulla lapide.
La misura emerge dalla segnalazione di un cittadino di Staranzano G.C., signore di mezz’età che già nel 2024 aveva denunciato alla Municipale e pure ai servizi cimiteriali di Monfalcone la sottrazione di una pianta e di un mazzo di fiori dal loculo del caro papà, mancato a 81 anni, dopo una vita trascorsa tra i campi agricoli. «Quella volta, come accade sempre, la tomba non era ancora ultimata, perché dal funerale passa sempre qualche giorno prima che gli operai termino le sigillature – spiega G.C. – di concerto con gli uffici il Comune aveva acconsentito a lasciare la pianta nei pressi della tomba del papà e il mazzo di fiori, difatti anche gli addetti erano stati informati». Spariti, entrambi.
Dopo quell’episodio del giugno 2024, il furto si è ripetuto. Stavolta con un fiore che la mamma vedova aveva appositamente preso dal proprio giardino, una rosa. Che sia stata una raffica di vento? «Escluso, il loculo si trova in un’area protetta, non esposta agli agenti atmosferici», replica. G.C., che non ha intenti polemici verso il Comune di Monfalcone, suo «territorio d’origine e luogo di residenza di mamma e papà», prende atto del fatto che poco possano fare gli operatori cimiteriali («il signore dell’ufficio, mi ha riferito che pure alla sua mamma defunta erano stati sottratti i fiori», a dire che si tratta di fenomeni non isolati), ma non per questo rinuncia a segnalare.
Ai servizi, in questo caso, solo verbalmente, perché non l’hanno chiesto, ma ai vigili di nuovo in via ufficiale. Tant’è che «il comandante Rudi Bagatto mi ha risposto anticipando che metterà in azione agenti in borghese per porre un argine alla situazione».
L’annuncio, intanto, si spera funga da deterrenza per chi, privo di scrupoli e, soprattutto, di cuore, s’impossessa del fiore altrui per riporlo su altra tomba. Ma un fiore rubato, rende merito alla memoria di una persona?
Riproduzione riservata © Il Piccolo