L’agonia di via Rastello «Rianimiamola con il vino»

La proposta del commerciante Benedetto Kosic: «Assicurare incentivi ai viticoltori di Collio e Brda per realizzare i loro show room negli spazi sfitti»
Di Marco Bisiach
Bumbaca Gorizia 21.02.2017 Via Rastello, Benny Kosic © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21.02.2017 Via Rastello, Benny Kosic © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Guadagnare? Si tira avanti, si coprono le spese e, se si ha fortuna, a fine mese avanza qualcosa». È un'ammissione sincera, ma anche una fotografia tanto precisa quanto impietosa della situazione, quella che arriva dalle parole di Maria Juretic, titolare di uno dei negozi storici di via Rastello. In quella che è una delle vie più belle, caratteristiche e suggestive di Gorizia, e che un tempo è stata il cuore pulsante del commercio cittadino, oggi per buona parte del giorno, della settimana e dell'anno prevalgono il silenzio e un'atmosfera malinconica. Quando manifestazioni ed eventi speciali (da Gusti di Frontiera in giù) non animano questa parte di Gorizia, agli occhi del passante via Rastello restituisce soprattutto una lunga teoria di serrande abbassate e poche coraggiose vetrine ancora illuminate. Se in passato, in questi stessi metri di pavè e alti palazzi storici, si facevano affari importanti con i negozi e una clientela che oltre dalla città e dal circondario arrivava anche dalla Slovenia, oggi commercianti ed esercenti devono accontentarsi di arrivare a fine mese con i conti in regola. Se ce la fanno. «Com'è la situazione? Beh , sono le 11 e siete i primi ad entrare in negozio oggi - sorride amara Maria Juretic, titolare del bel negozio di cappelli -. La situazione è difficile, e lo è ormai da otto anni: c'è troppo poco passaggio da queste parti, e la crisi ha dato il colpo di grazia al commercio, perché manca il lavoro, ci sono pochi soldi e di conseguenza la gente non ne ha da spendere. Così si deve cercare di tirare avanti, io sono sola e dunque non devo pagare dei dipendenti, ma riesco giusto a coprire le spese e magari mi avanza qualcosa, nulla più». Come Maria, evidentemente, la pensano praticamente tutti i (pochi) negozianti ed esercenti della via, anche quelli che fanno capire chiaramente di non avere molta voglia di parlare. Miriam Terpin, del negozio di abbigliamento Suligoi, all'orizzonte vede già la fine della sua lunga esperienza in via Rastello. «Noi purtroppo chiuderemo l'attività in autunno, dopo circa 60 anni di storia - dice -. E questo in buona parte per la crisi che ha colpito il commercio cittadino e in particolare quello di questa zona. Da quando è stata pedonalizzata piazza Vittoria, e da quando è sparita la clientela d'oltreconfine, è iniziato il declino. I negozi aperti sono diminuiti, e la poca offerta finisce per tenere ancor più lontana la clientela. Non so se in futuro magari cambierà qualcosa e inizierà un nuovo periodo d'oro, ma penso che per chi c'è adesso sarà troppo tardi».

La pensa così anche Benedetto Kosic, di K2 Sport, uno dei decani tra i commercianti di via Rastello. «I negozi che restano sono sempre più isolati, e chi viene qui non lo fa più perché di passaggio - racconta -. Noi resistiamo perché alla fine dei conti siamo rimasti l'ultimo negozio di articoli sportivi in città, ma la pedonalizzazione del centro storico e della piazza ha tolto l'abitudine ai goriziani a frequentare la zona. Cosa vedo in prospettiva? Ora c'è qualche nuova apertura in arrivo, ma penso che le cose non cambieranno radicalmente finchè non verrà fatto un progetto serio per portare stabilmente in città, ogni giorno, un numero sufficiente di persone, anche da fuori. E per fare questo sarà indispensabile guardare anche ai finanziamenti possibili in arrivo dall'Europa». Per Kosic, ad esempio, un'idea potrebbe essere quella di incentivare i viticoltori del Collio e della Brda a realizzare i loro show room nei negozi sfitti, e creare pacchetti che possano portare i turisti a fermarsi in centro per più di una visita toccata e fuga.

«Lavorare qui in via Rastello è dura - ammette la slovena Andrejka Perhavec, che da giugno ha aperto il suo bar "Chanel" -, ma lo sapevo e continuo a stringere i denti perchè amo questo posto, una via meravigliosa. La mattina c'è gente, anche per via degli uffici, mentre il pomeriggio e la sera non c'è passaggio. Speriamo che in futuro, aumentando il numero di negozi e locali aperti, le cose possano migliorare».

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