L’Ajello se ne va, Procura senza guida

C’è un continuo andirivieni di magistrati al Palazzo di Giustizia. Poco di un mese fa si è insediato il nuovo presidente del Tribunale, dopo una vacatio durata quasi 8 mesi; ora si registra la partenza del procuratore capo Caterina Ajello, trasferita alla Procura dei minori di Catania su sua richiesta. Una partenza annunciata da mesi, ma che ugualmente lascia scoperto un posto nevralgico nel Palazzo di via Sauro. E lo sarà per diversi da mesi fino alla nomina del nuovo procuratore da parte del Consiglio superiore della magistratura. E si prevede che i tempi saranno ancor più lunghi perché l’organo di autogoverno della magistratura è in fase di rinnovo.
Il posto di procuratore capo è già stato comunque messo a concorso e tra coloro che vi hanno fatto domanda ci sono il sostituto procuratore di Trieste Federico Frezza, un magistrato che opera in una città della Lombardia e Massimo Lia sostituto procuratore generale alla Corte di appello di Catanzaro, ma con un passato da magistrato a Gorizia dove ricoprì i ruoli di sostituto procuratore e giudice delle indagini preliminari.
In attesa del nuovo procuratore capo sarà il sostituto più anziano Giuseppe Salvo a svolgere l’incarico di facente funzioni di responsabile della Procura. Ma anche Salvo ha chiesto e ottenuto il trasferimento e nei primi mesi del 2015 ritornerà a Treviso. Non sarà il solo a lasciare gli uffici al secondo piano del Palazzo di giustizia: a settembre se ne andrà anche un altro sostituto, il dottor Michele Martorelli, che è già stato assegnato alla Procura di Bologna. Un nuovo arrivo di magistrato inquirente è atteso per febbraio e si tratta di una donna, appena entrata nel ruolo della magistratura. Sono finiti i tempi in cui alla Procura della repubblica di Gorizia lavoravano 5 sostituti coordinati dal procuratore capo. E probabilmente non torneranno. Fu la Ajello alla fine del 2008, quando era arrivata da pochi mesi a Gorizia, a ottenere dall’allora ministro della Giustizia Alfano che venga dichiarata quella del capoluogo sede disagiata. Arrivarono così ben tre sostituti a riempire le caselle vuote della pianta organica.
C’era in quei tempi l’emergenza amianto. La Ajello, appena insediatasi, aveva accelerato l’inchiesta sulle morti da amianto che da mesi languiva arrivando ad istruire il primo maxi processo che ha portato lo scorso anno alla condanna di 13 ex dirigenti dell’Italcantieri. Per sveltire la corposa indagine e far decollare i processi creò un pool di dieci persone comprendente magistrati, uomini della polizia giudiziaria, personale tecnico dell’Inail e dell’Azienda sanitaria. Un lavoro di squadra che permise di arrivare in tempi rapidi a definire centinaia di casi e riunirli in un unico procedimento.
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