L’albero di Sior Anzoleto è sbarcato in piazza

Donato da una giovane coppia che ha acquistato casa dai nipoti di Checco Benco storico animatore del Carnevale negli anni ’60. L’accensione sabato alle 17.30

di Tiziana Carpinelli

Alla fine era lì, da quarantacinque anni. Nell’ultima via di Monfalcone, un mucchio di tempo fa, le manine di due bambini lo avevano conficcato nel terreno, dopo averlo strappato alle pendici carniche, durante una colonia a Rigolato. E così quel piccolo abete, in via dei Laghi, la stradina che porta alle Mucille, aveva allungato le radici, infoltito la conica chioma, esteso al cielo i rami, fino a diventare la rigogliosa pianta che ora, pur tagliata, fa bella mostra di sè in piazza della Repubblica.

C’è una storia tutta bisiaca, dietro l’abete di Natale generosamente donato alla città da Adriana Ullian e dal suo compagno Daniele Magrin, per impreziosire le imminenti festività di dicembre. Intanto, per essere precisi, si tratta dell’albero di nonna Anita, la donna che per 45 anni lo curò amorevolmente nel proprio giardino. Un fusto di oltre sette metri, che supera ampiamente il balcone del municipio. Da tempo l’anziana è scomparsa e i suoi figli hanno messo in vendita la casa di via dei Laghi, che proprio un anno fa è stata acquistata dalla giovane coppia. Adriana, ostetrica di 33 anni, e il suo compagno Daniele, impiegato, leggendo l’appello dell’amministrazione comunale, che si era massa alla ricerca di un abete, si è subito decisa a regalare l’albero. Pianta che i figli della signora Anita, nipoti del nonno Checco Benco - negli anni Sessanta sior Anzoleto del carnevale monfalconese - portarono via dalle montagne della Carnia, quando ancora era un esile fuscello.

«Anita lo piantò coi nipoti - racconta Adriana - e lo curò per più di 45 anni: ora sarà orgogliosa di vedere il suo abete in un Natale tutto bisiaco». «È la festa più bella dell’anno - sottolinea -, l’occasione per ricordare le vecchie cose tanto amate: le decorazioni, le tradizioni, la famiglia, gli amici e soprattutto i racconti. Tutte cose che incarnano lo spirito della festività. E l’albero di Natale, forse più di ogni altro elemento, è il simbolo che racchiude tutte queste cose assieme: io e Daniele siamo felicissimi di aver potuto donare il nostro albero alla nostra piazza e di poterne raccontare la storia».

Non è stato semplice rinunciare all’abete. «Era la pianta più alta della via - spiega Adriana - e la sua ombra aveva completamente tolto luce alle camere, rendendo più fredda una facciata della casa. Da tempo pensavo di tagliarlo, ma era un albero così bello che mi piangeva il cuore solo all’idea di farlo. Quando ho letto l’annuncio del Comune, ho trovato un giusto motivo per farlo: amo la mia città e ci tengo così tanto alla cerimonia di accensione che ho deciso di posticipare la partenza di un viaggio a Vienna pur di essere presente».

Ieri alle 9 gli operai del Comune hanno tagliato e trasportato in piazza l’abete, che sarà ufficialmente acceso sabato, con una piccola cerimonia, alle 17.30. Sarà il la ufficiale alle celebrazioni natalizie.

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