L’alga killer resiste nelle acque dell’isola di Lesina

SPALATO. In alcuni fondali adriatici è sparita del tutto, in altri ha resistito tenacemente, anche se la sua estensione è minore rispetto a qualche anno fa. L’alga killer, la Caulerpa taxifolia, è da...

SPALATO. In alcuni fondali adriatici è sparita del tutto, in altri ha resistito tenacemente, anche se la sua estensione è minore rispetto a qualche anno fa. L’alga killer, la Caulerpa taxifolia, è da un po’ di tempo che non viene citata dai mass media croati, né dalle competenti istituzioni e dopo che per anni aveva fatto temere il peggio, ossia trasformare gli habitat marini in luoghi deserti, senza altre piante ed alghe. Per fortuna non è stato così ma il pericolo non è del tutto passato. Lo testimonia il caso dell’insenatura di Cittavecchia di Lesina (Stari Grad na Hvaru), in Dalmazia, dove diversi ettari di fondale sono ricoperti da questa alga invasiva, che si riproduce in modo rapido, non consentendo agli altri vegetali di esistere in quell’area e di svilupparsi. «Sappiamo che l’alga si è ritirata in maniera quasi drastica in gran parte del Mediterraneo e anche nell’Adriatico. Questa estate abbiamo però constatato che a Cittavecchia di Lesina è ancora sempre presente, magari non come nel 2007 quando raggiunse la maggiore estensione, ma sicuramente più che l’anno dopo quando credemmo fosse ad un passo dall’estinguersi. Ciò denota che la Caulerpa non è stata ancora vinta e che non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Potrebbe risultare uno sgradito ricordo oppure reimpossessarsi dei nostri fondali». L’alga killer, come venne battezzata, fece le sue prime apparizioni nelle acque adriatiche nel 1994, praticamente a dieci anni dalla sua “fuga” dall’acquario del Museo oceanografico di Monaco, portatavi dall’Australia. Diciotto anni fa fu rinvenuta nella predetta insenatura di Lesina, nelle acque antistanti Malinska, nel golfo di Fiume e nel canale di Barbat, che bagna l’isola nordadriatica di Arbe. In queste ultime due aree l’alga è stata eliminata e probabilmente non è stato l’uomo a farlo. In questi ultimi anni gli inverni sono stati particolarmente freddi, con le temperature del mare che hanno ucciso un’alga abituata a ben altre condizioni. (a.m.)

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