L’anno zero della sinistra per ripartire

L’incontro alla Stazione Rogers con Giuseppe Provenzano, membro della direzione nazionale del Pd
Foto BRUNI 08.06.2018 Giuseppe Provenzano alla Stazione Rogers
Foto BRUNI 08.06.2018 Giuseppe Provenzano alla Stazione Rogers

Una parte della sinistra italiana e locale riparte da zero dopo la sconfitta del 4 marzo. Ieri sera alla stazione Rogers ha avuto luogo l’incontro “Sinistra Anno Zero”, l’iniziativa nazionale nata il 7 aprile scorso che si sta articolando in vari incontri territoriali per ragionare dei temi e della prospettiva del centrosinistra, dentro e fuori il Pd.

Ha introdotto il dibattito Caterina Conti, segretaria regionale dei Giovani Democratici, la quale ha definito il momento attuale «complicato per il Partito democratico, che necessita ora, dopo due batoste elettorali, di ascoltare e capire il proprio popolo». Ha quindi preso la parola Giuseppe Provenzano, vicedirettore di Svimez e membro della Direzione nazionale del Pd, tra i fondatori di Sinistra Anno Zero. «Peggio della sconfitta, è stata la reazione a essa nella direzione del Pd: “la sinistra perde in tutta Europa”. Si tratta della chiusura di un ciclo iniziato nel 1992 con Tangentopoli, che procurò una frattura tra il popolo e la politica, e la firma del trattato di Maastricht, che cambiò le leve del governo della società. Il centro è scomparso e non siamo riusciti a contrastare l’erosione delle classi medie causata dalla globalizzazione, che ha aperto una voragine in cui è finita dentro la sinistra della seconda Repubblica. Il 4 marzo abbiamo perso perché la sinistra era diventata il centro, ma quest’ultimo era ormai scomparso».

Giuseppe Provenzano si è poi detto consapevole che non esiste alcun “anno zero”, ma ha ribadito la necessità di portare fino in fondo la capacità di autocritica per impostare una vera opposizione. «Il lavoro intellettuale non basta più – ha proseguito –, ma serve la pratica dell’opposizione, che non può essere condotta in nome dei mercati e dello spread». A proposito dell’attuale governo, Provenzano ritiene che il Pd abbia commesso un errore storico nel fornire un contributo fondamentale alla saldatura giallo-verde, precisando che ci si dovrà battere contro la flat tax, poiché la priorità è quella di aiutare i ceti più poveri per riattivare la mobilità sociale, e il reddito di cittadinanza, per sconfiggere invece le forme di lavoro sempre meno sicure e di sfruttamento. «Una sfida immane che non giocheremo all’interno dei partiti ma fuori, dove il mondo esprime un bisogno di sinistra malgrado le forze politiche, così da trovare un lessico comune per unire quello che il capitalismo divide».

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