«L’anziano di Trieste ha aggredito uno degli agenti»

TRIESTE. «È uscito dall’auto e ha iniziato a urlare prendendo per il bavero un agente». La polizia slovena fornisce tutta un’altra versione sull’episodio di venerdì sera al confine di Pese. Secondo Anita Leskovec, la funzionaria della “policija”di Capodistria incaricata per i rapporti con la stampa, è stato l’ottantatreenne Dario G. ad aggredire il poliziotto. E non viceversa. Dichiarazioni, queste, che a tre giorni dai fatti ribaltano completamente il quadro. Affermazioni che andranno comunque accertate, visto che il figlio dell’ottantatreenne ha denunciato tutto in Questura a Trieste. Lo farà anche all’estero.
Ma per il momento oltre confine non hanno nulla di cui rimproverarsi. Il pestaggio che l’anziano signore sostiene di aver subìto «per aver tentato di difendere mia moglie», a suo dire scaraventata a terra da uno degli agenti, non si è mai verificato. E i denti e la costola rotti? Frutto di una caduta avvenuta durante l’alterco con la pattuglia. Non di calci e pugni. Possibile? Ecco cosa dice la funzionaria slovena sia al telefono che in una mail. Tutto è cominciato attorno alle dieci a Kosina, all’uscita del casinò Admiral dove la coppia triestina aveva trascorso la serata.
«La polizia - ripercorre Anita Leskovec - stava svolgendo un servizio di controllo del traffico e si è accorta che l’automobilista aveva preso la rotonda (quella all’esterno dell’Admiral, ndr) in senso inverso». L’ottantatreenne era alla guida di una Fiat e ha imboccato la strada contromano. Questo coincide pure con il racconto della presunta vittima. «L’uomo ha girato a sinistra e non a destra perché il percorso è più breve. I poliziotti l’hanno quindi seguito e poi fermato».
Il blocco è avvenuto qualche chilometro successivo, con tanto di sirene e lampeggianti, nelle vicinanze del confine di Pese. All’ingresso del distributore della Omv, per l’esattezza. Una zona poco illuminata. E quella sera pioveva. L’intenzione degli agenti, stando alla spiegazione della funzionaria, era semplicemente quella di sanzionare l’automobilista per l’infrazione a cui avevano assistito pochi minuti prima. «Quando i colleghi hanno riferito al signore l’ammontare della multa, pari a 160 euro, lui si è opposto protestando. Non era d’accordo di dover pagare una cifra così alta. Quindi è uscito dall’auto è ha cominciato ad agitarsi e a urlare. Io ho le parole esatte (nel verbale, evidentemente, ndr) che lui ha detto ai poliziotti in quel momento. Ma non le ripeto perché non sono belle».
L’ottantatreenne sarebbe poi passato alle mani. «Sì - aggiunge Anita Leskovec - ha afferrato uno dei due agenti. Quindi è intervenuto l’altro collega che ha posto fine all’alterco fermando la colluttazione». Nella ricostruzione della funzionaria di Capodistria non è chiaro se gli sloveni abbiano usato particolare forza nel loro agire. L’anziano triestino accusa di aver ricevuto un pugno in testa e che, anzi, la prima aggressione sia stata messa a segno, come detto, ai danni della moglie: «L’hanno scaraventata a terra, per questo sono intervenuto io urlando».
La “policija” l’avrebbe poi placato a terra per ammanettarlo, ma picchiandolo fino a spaccargli una costola e un dente. Niente di vero a detta della funzionaria: «L’uomo è caduto durante la colluttazione con il nostro poliziotto preso per il bavero. Cadendo ha sbattuto il naso e la bocca, è da questa dinamica che derivano le ferite. Comunque leggere, non pesanti». Tuttavia, prosegue, anche uno dei nostri poliziotti è rimasto ferito «perché l’ottantatreenne gli ha sferrato un calcio». Durante il battibecco «anche la moglie si è messa a urlare, ma è stata solo allontanata».
In una successiva mail, che ripercorre in buona sostanza quanto riferito al telefono, la referente dell’ufficio stampa ricorda che l’ottantatreenne si è rifiutato di fare l’alcol test proposto dai medici in ospedale. Una decisione suggerita dal figlio, preoccupato che le forze dell’ordine potessero in qualche modo alterare i risultati, così da incolpare l’anziano triestino.
Dunque le due versioni, quella di Dario G. e quella della policija, divergono completamente. Ma le registrazioni video delle telecamere installate nell’area di servizio della Omv potrebbero fare luce su quanto avvenuto. «Secondo me il comportamento della polizia non è giustificabile - ribatte il figlio dell’ottantatreenne - e il fatto si spiega da solo: mio padre ha una costola e un dente rotti».
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