L'arcivescovo Crepaldi: «Con il coronavirus sperimentiamo la fragilità»

TRIESTE Il tempo di Quaresima è un tempo in cui siamo invitati ad affrontare il nostro deserto e ad attraversarlo con Cristo, consapevoli della nostra fragilità. Questa fragilità la stiamo sperimentando in questi giorni che viviamo nel segno dell'emergenza sanitaria da coronavirus che sta scombinando la quotidianità di tutti e che sembra accrescere la sua incidenza con l'apparire del contagio nella nostra amata città e nella nostra Regione. In questa singolare e sofferta situazione, personalmente ho avvertito il bisogno di affidarmi a Dio». È un passaggio dell'omelia dell'arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, il primo marzo, la prima domenica di Quaresima e anche l'ultima (a meno di cambiamento) in cui vige il divieto di celelbrare cerimonie religiose pubblicamente per evitare casi di contagio del virus. La cerimonia si è svolta alla cattedrale di San Giusto a porte chiuse.
Dopo la messa l'arcivescovo è uscito sul piazzale esterno della Cattedrale per la benedizione.
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