L’Austria cancellerà il segreto bancario

Il premier dà l’ok nonostante le resistenze del suo ministro alle Finanze. All’Ecofin si raggiunge per ora un accordo a metà

TRIESTE. Il segreto bancario in Austria ha oramai i giorni contati. Vienna, infatti, apre alla revisione degli accordi sul fisco con i Paesi terzi, Svizzera compresa: lo ha detto il ministro dell’economia Maria Fekter entrando all’Ecofin che ha approvato ieri il mandato negoziale da affidare alla Commissione Ue. La revisione degli accordi apre la strada anche all’abolizione del segreto bancario. Punto quest’ultimo che non vede certo unito il governo austriaco. Il ministro delle Finanze Fekter, infatti, è la più convinta paladina del mantenimento del segreto perché altrimenti, sostiene, il settore finanziario del Paese sarebbe fortemente minacciato così come ci sarebbe un forte calo delle entrate. Di tutt’altro parere, invece il primo ministro Werner Faymann il quale ha affermato che, nonostante la contrarietà del proprio ministro delle Finanze, sosterrà l’abolizione del segreto bancario in Austria al prossimo Consiglio europeo che si terrà la prossima settimana. «Questo problema con l’Ue è chiuso», ha affermato senza possibilità di replica. Ma la Fekter non demorde e spiega che l’Austria, abbandonando il segreto bancario, verrebbe a perdere praticamente un miliardo di euro che avrebbe invece riscosso in base all’accordo con Svizzera e Lussemburgo relativo alla tassazione dei conti correnti dei cittadini austriaci in cambio, per l’appunto, della segretezza.

Ma ieri a Bruxelles dopo che anche Austria e Lussemburgo hanno sciolto la riserva, i Ventisette hanno potuto dare mandato alla Commissione Ue di negoziare una correzione degli accordi con Svizzera, Andorra, Monaco, Liechtenstein e San Marino sulla tassazione dei redditi da risparmio dei cittadini non residenti. Si tratta «di un importante passo avanti negli sforzi dell’Unione europea per dare una stretta all’evasione e alla frode fiscale», spiega una nota diffusa al termine dell’Ecofin. La base del negoziato sarà la bozza di una direttiva in cui si rendono più stringenti le regole Ue fissate nel 2003 colmando lacune che permettevano ad alcuni Paesi di aggirarle. Saranno in particolare tassati anche gli interessi sugli investimenti finanziari diversi dai depositi, come le assicurazioni e i fondi di investimento. Austria e Lussemburgo si erano finora opposti «non perchè contrari alla lotta contro le frodi fiscali ma perchè è importante che questa sia globale e coerente con gli standard internazionali» hanno spiegato i ministri delle Finanze dei due Paesi, Maria Fekter e Luc Frieden. I due hanno quindi dato il via libera al mandato ma non alla direttiva: «Il testo va bene - ha spiegato Fekter - ma lo adotteremo dopo l’accordo con i Paesi terzi, in un prossimo consiglio Ecofin». Dunque un’accordo a metà che non accontenta i vertici europei. L’Austria teme che ci sia una fuga di capitali verso i paradisi fiscali di Svizzera, Monaco, Andorra e San Marino e chiede par condicio tra i Paesi Ue ed extra Ue.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo