L’autoporto riprende quota Aumentati traffici e ricavi

Una ripresa. Incoraggiante. Dopo un 2020 in cui la Sdag, nonostante le difficoltà derivanti dalla pandemia, ha comunque tenuto botta, limitando dal punto di vista dell’impatto economico il calo dei traffici, il crollo nella vendita delle vignette autostradali, il ridimensionamento dell’attività del bar.
Giuliano Grendene, amministratore unico della società che gestisce l’autoporto di Gorizia, fornisce gli ultimi dati, riassunti nella tabella in alto. Nel primo semestre 2021 l’utilizzo delle aree di sosta ha registrato una crescita del 29% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente: 41.408 Tir si sono fermati a Gorizia contro i 32.099 del periodo gennaio-giugno del 2020. Una performance migliore anche rispetto al primo semestre 2019 (36.700 camion) e 2018 (39.292), ante Covid.
«I numeri, che riguardano sia la stazione confinaria, sia l’autoporto, sono decisamente positivi e incoraggianti - sottolinea Grendene -. Siamo molto soddisfatti».
La società è reduce dall’approvazione del Consuntivo che riporta, nonostante le tante difficoltà, un risultato positivo (un utile) di 96.254 euro. Tanta roba se consideriamo che, sino a qualche anno fa, Sdag era vista quasi come una zavorra vista la sequenza di bilanci in rosso.
«Parliamo di una società in salute - fa eco l’assessore comunale alle Partecipate, Dario Obizzi -. Anche nell’anno del Covid è riuscita, comunque, a produrre utili. Continua il rapporto con Trieste e la sinergia con Fernetti e con l’autorità portuale. La nostra struttura sta svolgendo le funzioni di retroporto, da più parti auspicate. Sono stati intensificati i rapporti anche con altri importanti operatori del settore intermodale, in particolare con “Adriafer” che gestisce le manovre ferroviarie nel porto di Trieste».
Ma come si è riusciti a chiudere con un risultato positivo? «Siamo stati accorti nello spendere il meno possibile - spiega Grendene -. Nonostante il generale impatto che ha avuto l’epidemia Covid sul trasporto merci pesanti, i risultati ottenuti dai servizi alla sosta non hanno subito il generale crollo che, invece, il settore turismo ha dovuto affrontare, e questo anche grazie alle diverse iniziative di marketing che sono state messe in atto durante l’anno 2020».
Nel corso del 2020, anche l’attività del bar ne ha risentito. «È stato penalizzato dalle restrizioni imposte dalla pandemia ma siamo andati in pari con il ricorso alla cassa integrazione. Male, ma era ampiamente prevedibile, la vendita delle vignette autostradali. Nel 2019 i ricavi per quest’ultima voce sono stati pari a 213.041 euro, crollati a 75.071 nel 2020. Nonostante l’anno disgraziato - aggiunge Grendene - abbiamo contenuto le perdite e, in alcuni casi, guadagnato».
La pandemia, insomma, non ha fermato Sdag. E si registra l’importante spinta del Polo agroalimentare. In ballo c’è anche un potenziamento dei servizi che coinvolge non solo il Polo del freddo e del fresco realizzato nell’ambito della linea 2.1 dei fondi di Osimo, bensì ricomprende anche le altre strutture autoportuali che possono essere oggetto di interventi di adeguamento per essere rese idonee allo stoccaggio di prodotti alimentari secchi o a temperature positive per le quali non è necessario l’utilizzo delle celle. —
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