L’autopsia adesso chiarirà se è stato aborto spontaneo

Solo l’autopsia sarà in grado di dare un senso reale a quanto è effettivamente accaduto giovedì notte alla sedicenne che ha partorito in casa. Perché la prima discriminante essenziale affidata al medico anatomopatologo, sarà quella di stabilire se si sia trattato di una gravidanza a termine, oppure se sia invece intervenuta un’espulsione del feto. E di fronte ad un aborto spontaneo, sarà accertato l’effettivo stadio di evoluzione del feto.
Di fronte, invece, ad una eventuale gravidanza a termine, si apre un ulteriore accertamento. Quello di stabilire il momento del decesso. Il primo e diretto “indicatore” sta nella verifica dello stato dei polmoni, che, qualora espansi, chiariranno inconfutabilmente che il neonato sia venuto alla luce vivo.
A fornire un quadro sotto il profilo medico-legale è l’avvocato Riccardo Cattarini. Un quadro che evidentemente tiene conto della complessità e dell’incertezza degli elementi finora a disposizione, ma anche del coinvolgimento di una minorenne.
Il legale esordisce: «Nella valutazione di questo caso occorre tanta cautela: non sappiamo cose importanti, che verosimilmente, almeno allo stato delle indagini, non sono note neppure agli inquirenti. I dati noti sembrano far propendere per un parto naturale, ma è difficile pensare che la giovane possa avere fatto tutto da sola. Nella casistica giudiziaria vi sono precedenti di parti nei quali la donna è riuscita a partorire senza aiuti, ma sono assai rari e normalmente non riguardano la prima gravidanza. Qui - continua il legale - verrebbe da pensare che questa sventurata ragazza abbia partorito nello stesso luogo, sembrerebbe la sua stanza, dove il feto sarebbe stato poi ritrovato, e dove, secondo la cronaca, sarebbe iniziata l’emorragia massiva che ne ha poi comportato il ricovero ospedaliero».
L’avvocato Cattarini parla di dati giuridici incerti quando osserva: «Non sappiamo se sia stata una gravidanza a termine, o se si sia trattato di un’espulsione del feto, in pratica un aborto spontaneo. I periti medico-legali che di certo la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni nominerà, lo potranno stabilire».
Soffermandosi sull’eventuale gravidanza a termine, quindi, si pone il quesito di fondo: «Se i periti medico legali - spiega il legale - accerteranno che si è trattato di gravidanza a termine potranno stabilire se il neonato sia nato vivo oppure se, appunto, si sia trattato di gravidanza interrotta. L’accertamento non è particolarmente complicato: tradizionalmente la vita si considera iniziata, sin dal diritto romano, dal primo vagito, quello che tradizionalmente viene provocato con lo “schiaffetto” ben noto alle nostre nonne. In questo caso, e solo in questo, si ha l’espansione dei polmoni, che sarà perfettamente riconoscibile ai periti che verranno nominati ai magistrati requirenti».
L’avvocato Cattarini fa un’altra considerazione: «Recentemente la Corte di Cassazione ha tuttavia stabilito che la vita autonoma del feto inizia con la rottura del sacco che contiene il liquido amniotico e si raggiunge nel momento iniziale del travaglio, allorché il feto non è ancora autosufficiente. Sono comunque tutti aspetti che si vedranno: sarà a seconda degli accertamenti medico legali che potranno essere contestati reati più o meno gravi. La Procura - aggiunge - potrebbe anche orientarsi su un delitto che è davvero di rarissima applicazione, quello dell’art. 578 del Codice penale, l’infanticidio commesso in condizioni di abbandono materiale e morale».
Fin qui, gli aspetti di natura legale.
L’avvocato Cattarini si sposta su un fronte di riflessione che chiama in causa il rapporto tra adulti e adolescenti e la difficoltà a saper cogliere le paure, le spesso contraddittorie e altalenanti emozioni dei ragazzi di oggi, in un’età contraddistinta dalla ricerca della propria autonomia e nel contempo dalla fragilità che comunque accompagna la fase di crescita verso l’acquisizione dell’equilibrio proprio della maturità.
«Il caso di Ronchi dei Legionari - argomenta l’avvocato Cattarini -, oltre ad avere commosso tutti nel nostro territorio, ha posto anche qualche grosso interrogativo sull’incapacità di noi adulti di riconoscere i disagi degli adolescenti mai come in questo periodo devastanti».
Riproduzione riservata © Il Piccolo