Lavanderia usata come rifugio «Da 20 anni lotto con i balordi»

I danni al piede di un tavolo e ad alcuni arredi appesi al muro della lavanderia rappresentano la classica goccia di troppo, quella che fa traboccare il vaso. Così, di fronte all’ennesima intollerabile situazione di maleducazione e violenza gratuita, la titolare della lavanderia self-service “Bolle Blu” di via Boccaccio ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e con passo deciso ieri mattina si è presentata al comando provinciale di corso Verdi per sporgere denuncia.
Il locale si trova in una zona centrale, ma di sera la via è poco illuminata e scarsamente frequentata. Le sue porte rimangono spesso aperto fino a tardi perché a chiuderle durante il giro di perlustrazione è una guardia giurata. C’è quindi chi ne approfitta e utilizza la lavanderia come un rifugio per trascorrere qualche ora al caldo o come una sala mensa. «Diciamo che diventa un punto di ritrovo per diversi “perditempo” che vanno lì, mangiano, bevono, lasciano tutto in disordine e qualche volta fanno danni: magari piccoli, ma sono comunque danni», osserva esasperata la titolare Edit Palotas, sottolineando che è ormai da vent’anni che lotta contro questo genere di comportamenti incivili sia in via Boccaccio, sia in via Duca d’Aosta.
Un paio di mesi fa le hanno spaccato la porta, prima le hanno devastato la macchinetta cambiasoldi. Di episodi da raccontare ne ha a dozzine. Su tutti quello di un delinquente vero che, ricercato per reati ben più gravi, alla fine è stato fermato per aver tentato di svuotare la cambiasoldi ed arrestato .
Anche se le due lavanderie sono assicurate, spesso il conto dei danni è inferiore alla franchigia prevista dalla polizza e, così, oltre al danno, l’imprenditrice subisce la beffa. «Ho presentato tante denunce, ma non servono. Vorrei essere più tutelata. Se di sera, dentro il locale ci sono gruppetti di persone è ovvio che non si trovano lì per lavare il bucato. E sembra che il coprifuoco non risolverà il problema. Secondo i carabinieri, anzi, il rischio è che le cose peggiorino perché d’ora in avanti ci sarà ancora meno gente in giro».
Dopo due decenni, Edit è sul punto di rinnovare la lavanderia con macchinari più moderni. «Per il momento devo solo avere un po’ di pazienza. I miei clienti ce l’hanno e devo dire che mi stanno vicino. Ma a questo punto, per evitare che le persone si fermino a bivaccare, dovrò togliere le sedie.Se dovrò continuare a combattere ogni giorno con i balordi, quando avrò rinnovato la lavanderia, ho paura che dovrò mettere delle entrate come quelle delle banche. Le tecnologie ci sono, ma mi chiedo se la spesa sia giustificata. La cosa assurda è che stiamo parlando di Gorizia, non di una grande città», è l’amara conclusione di Edit. —
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